Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

VENETO:RISANATO IL DISAVANZO DELLA SANITA’ CON UNA MANOVRA DI 24 MILIONI DI EURO

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 Abbiamo deciso di pubblicare il seguito sugli sviluppi del disavanzo accertato nella Regione Veneto e le azioni eseguite per ripianarlo – peraltro un debitoregistrato di appena   24 milioni di euro –  perchè la Classe Dirigente della Regione Puglia, ad ogni livello, abbia punti di riferimento sulle misure da adottare per superare le gravi criticità economico-finanziarie della  Puglia.

VENEZIA — Luca Zaia ha esercitato subito i poteri straordinari di commissario ad acta della sanità che il premier Silvio Berlusconi gli ha assegnato, dall’1 al 31 maggio, con una lettera di richiamo giunta a Palazzo Balbi il 28 aprile. La missiva segnalava un disavanzo 2009 di settore calcolato dal ministero competente e da quello dell’Economia in 101 milioni di euro e da ripianare entro il mese in corso, pena l’applicazione ai veneti di Irpef e Irap nei valori massimi. Ieri il governatore, al termine della giunta, ha firmato un decreto che copre il deficit rimasto di 24.462.606,36 euro (il rimanente era già stato sanato con 68 milioni di residui attivi e altri risparmi), ricorrendo per 20 milioni a minori tassi d’interesse sui mutui e per 5 milioni a fondi da compartecipazione dell’Iva. Il tutto tramite una variazione al bilancio di previsione 2010.

Ripianamento «Si tratta di uno squilibrio irrisorio, il più contenuto mai registrato — spiega Zaia — rappresenta appena lo 0,3% del fondo sanitario regionale complessivo. Il richiamo ricevuto da Roma altro non è che l’applicazione di una procedura sancita dalla legge 311 del 2004, che implica il conferimento dei poteri straordinari di commissario ad acta ai presidenti delle Regioni con i conti non in pareggio al 30 aprile dell’anno successivo a quello esaminato. Una formalità, che nulla ha a che vedere con la situazione per esempio dell’Abruzzo, sotto commissario esterno». Il presidente sdrammatizza la figuraccia incassata dal virtuoso Veneto, ma non appare altrettanto convincente nello spiegare perchè, se un primo sollecito dal governo era arrivato già in gennaio, ci si è dovuti trascinare fino alla tirata d’orecchi ufficiale. «Non siamo qui per criticare il lavoro della legislatura precedente (quella firmata Galan, ndr) — afferma il governatore leghista — anche perchè il Carroccio siede in giunta da dieci anni e da cinque esprime gli assessori alla Sanità. E’ vero, il decreto si poteva fare prima, ma quando si è impegnati su tremila fronti non si riesce a fare sempre tutto subito. E poi in gennaio o in maggio non cambia nulla, è solo un atto contabile». Approvano gli assessori al Bilancio, Roberto Ciambetti (giovedì scorso era al ministero dell’Economia «per avere chiara la procedura da seguire, così da chiuderla il prima possibile»), e alla Sanità, Luca Coletto («lieve deficit, un quarto di quelli passati, pareggiato senza mettere le mani nelle tasche dei cittadini»).

Il futuro Il Veneto aveva già sforato nel 2005, per 56 milioni di euro, ripianati dalla giunta sempre con risorse proprie. I successivi disavanzi (-285 nel 2006, -113 nel 2007, -151 nel 2008) sono stati invece sanati nei termini di legge. Ma il bello viene ora. Nel 2010 non si potrà più contare sull’addizionale Irpef (130 milioni), tolta da Giancarlo Galan in campagna elettorale, né sui residui attivi appena utilizzati, in più ci saranno da pagare i conti degli ospedali in project financing. Se dietro le quinte si ammette l’ipotesi di valutare la reintroduzione dell’Irpef, davanti ai taccuini Zaia è categorico: «Non aumenteremo le tasse né toccheremo i servizi, recupereremo fondi tagliando i costi dell’intera macchina regionale. Avvieremo una politica del risparmio, siamo convinti che negli uffici pubblici sia ancora possibile razionalizzare. Possiamo fare bene con le risorse che abbiamo». «Anche in vista delle prossime deleghe aggiuntive per la Regione, intendiamo rivedere e ottimizzare l’organizzazione, senza però gettare a mare l’esistente », conferma il vicepresidente Marino Zorzato. Insiste Ciambetti: «Dall’ultimo riparto del fondo sanitario nazionale il Veneto ha portato a casa 248 milioni in più, ci serviranno». Già, serviranno a malapena a pagare l’aumento fisiologico della spesa sanitaria, calcolato nel 4% all’anno. La verità, dicono gli addetti ai lavori, è che per evitare di finire sott’acqua il Veneto deve chiudere gli ospedali di troppo e accorpare i reparti-doppione nell’ambito di una stessa Usl.

Giallo Ruscitti L’altra grana riguarda il segretario della Sanità, fondamentale per supportare un assessore inesperto. Giancarlo Ruscitti ha il contratto in scadenza, si è messo in ferie e ha telefonato ad alcuni direttori generali per avvertire: «Non torno più». Alla sua successione sembrano favoriti Claudio Dario, dg dell’Usl 9 di Treviso in quota Lega, Domenico Mantoan, a capo dell’Usl 4 di Thiene e «sponsorizzato » dal sottosegretario Francesca Martini, e Adriano Cestrone, guida dell’Azienda ospedaliera di Padova. Ma Zaia glissa: «Ruscitti è un valido professionista e per ora resta al suo posto, a meno che non mi comunichi di voler fare altrimenti».

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