VENDOLA:”HANNO SCODELLATO UN TESTO SUI COSTI STANDARD DELLA SANITÀ SUI QUALI SI ERA APPENA INIZIATO A DISCUTERE”
IL PRESIDENTE DELLA REGIONE PUGLIA, NICHI VENDOLA
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Il federalismo fiscale contiene il principio e il vincolo dell’«invarianza fiscale». «Non aumenterà la pressione fiscale ma anzi, introducendo meccanismi di controllo delle forme eccessive della spesa pubblica», «fermi restando i servizi», offrirà «ampi margini di risparmio» e potrà «aprire spazi per ridurre la pressione fiscale. Al punto che «chiusi i sette decreti del federalismo, chiederemo la delega per la riforma fiscale». |
«Il federalismo è la grande riforma – ha enfatizzato Tremonti – è costituzionale perché l’articolo V lo presuppone. Raddrizza l’albero storto della finanza pubblica, unisce e non divide». E poi, ci ha tenuto a sottolineare, le scelte sono state fatte «con il massimo consenso possibile di regioni, comuni e province», la legge delega è passata con «ampio consenso in parlamento». Proprio sull’Iva, il governo era partito per un federalismo regionale basato sull’attribuzione di gettito delle imposte dirette «e invece siamo tornati indietro all’Iva come chiesto dalle regioni», ha spiegato.
«Proseguire sul programma è un ottimo auspicio per il prosieguo della legislatura che deve durare fino al 2013», ha detto Calderoli. Per Fazio, ministro della Salute, si tratta di «una riforma rivoluzionaria» tesa «a garantire non solo la virtuosità economica, ma la qualità delle prestazioni a livello nazionale». Il ministro per gli affari regionali Fitto ha ribadito che «dal federalismo le Regioni del Sud “non hanno nulla da temere”».
Freddo il presidente della Camera, Gianfranco Fini, in un’intervista ad AnnoZero: «Non ho mai contestato il federalismo fiscale – ha detto – ma sono curioso di vedere i decreti attuativi perché il diavolo è nei dettagli e il federalismo può rilanciare o può essere la tomba del Mezzogiorno». Il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, ha esortato il governo a «procedere con rapidità nella consapevolezza dei limiti entro cui deve muovere oggi la politica di bilancio del paese».
Del largo consenso in Parlamento sulla legge delega del federalismo, però, ieri era rimasto ben poco tra le fila dell’opposizione. Il Pd ha preso nettamente le distanze. «È essenziale il problema posto dalle regioni sui rapporti tra costi e servizi – ha ricordato il segretario del Pd Pier Luigi Bersani – e non si può partire dal federalismo senza correggere il declassamento nell’ultima finanziaria con i tagli agli enti locali. O si danno assicurazioni su questi due punti dirimenti o sono solo chiacchiere». Il governatore della Puglia Nichi Vendola ha accusato il governo: «Hanno scodellato un testo sui costi standard della sanità sui quali si era appena iniziato a discutere».
«È una scatola vuota, dannosa e pericolosa», ha tuonato il presidente dell’Italia dei valori, Antonio Di Pietro. Duro, come sempre, il leader Udc Pierferdinando Casini secondo il quale il federalismo è «pericoloso», «vuoto di contenuti e sostanza», «scassa il paese, consente alle regioni di aumentare le addizionali, mettendo le mani nelle tasche degli italiani».
Timida la reazione del presidente dell’Upi Giuseppe Castiglione, presidente della provincia di Catania. Pur riconoscendo il «passo in avanti» per un giudizio puntuale si aspettano «norme approvate e relazione tecnica». Il presidente dell’Anci Chiamparino ha fatto sapere che il governo ha proposto la compartecipazione sulla cedolare secca sugli affitti, per venire incontro alle richieste dei comuni.
FONTE:ILSOLE24ORE
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