Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

VENDOLA, SOS AI PARLAMENTARI: “SALVIAMO LA SANITÀ PUGLIESE”

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IL PRESIDENTE DELLA PUGLIA,
NICHI VENDOLA

 Scioglie il ghiaccio con Giulio Tremonti, ma si copre le spalle chiedendo alle truppe parlamentari di scalfire la trincea del governo, per capire quel che succederà attorno al Piano di rientro sanitario da 450 milioni di euro. Nichi Vendola si muove con cura sulla scacchiera, la partita è troppo cruciale per poter degradare in polemica politica. O, peggio, per potersi concludere con un nulla di fatto:
il che vorrebbe dire non accedere ai 500 milioni di euro del fondo sanitario nazionale ancora congelati. Ieri il governatore prima ha imbastito la trama diplomatica con Giulio Tremonti («Per me è stato importante l’aver recuperato un rapporto di civile confronto»), poi ha chiamato a raccolta le opposizioni parlamentari e la maggioranza regionale. Un incontro per stendere un piano di accerchiamento strategico del governo, una rete protettiva per attutire o evitare sorprese.
Il dato emerso è triplice. Il primo è politico: al vertice c’era pure l’Udc, nella forma come partito d’opposizione parlamentare, nella sostanza rappresentato dal capogruppo in Consiglio regionale. Il secondo dato è tattico: la Regione chiede ai parlamentari di mettere all’angolo il governo, in maniera tale da capire se i provvedimenti propedeutici alla firma licenziati dal Consiglio regionale siano conformi alle richieste, e se il governo vuol realmente e finalmente sigillare il Piano. Il terzo passaggio è tecnico, e ha il retrogusto del paradosso: con un emendamento in Senato al decreto che – tra le altre cose – proroga i termini della firma pugliese, il Pdl agevolerebbe le “Regioni canaglia” sul versante sanitario (Lazio, Campania, Calabria, Molise: tutte a trazione centrodestra, e tutte commissariate), mossa a sostanziale detrimento della Puglia.

Come? Semplice: smarcando le Regioni commissariate dall’inasprimento delle tassazioni e consentendo loro di usare altre risorse in bilancio per ripianare il deficit sanitario. Di fatto, quel che alla Puglia non è stato permesso, nonostante non sia Regione canaglia e nonostante il Piano di rientro dipenda solo dallo sforamento del Patto di stabilità.
Le reazioni. «Vogliamo capire cosa succederà se il termine di proroga dovesse scadere», spiega il capogruppo regionale Pd Antonio Decaro. «Oltretutto la situazione non è chiara perché arrivano suggerimenti dai ministeri in termini di integrazioni. Senza tralasciare questo contraddittorio allargamento delle maglie per le Regioni commissariate. Adesso i parlamentari chiederanno ulteriori spiegazioni». «Il presidente Vendola – aggiunge Michele Losappio, capogruppo Sel – intende mandare una lettera ai ministri per dirsi pronto alla firma. Adesso occorre un fronte unico, di tutto il Sud e con i parlamentari, anche perché s’aggiunge l’altro problema del federalismo fiscale».

Il cronoprogramma è ora così scandito: i tecnici regionali hanno presentato le due “leggine” propedeutiche e aderenti alle richieste ministeriali (copertura finanziaria del Piano; sospensione delle internalizzazioni, blocco del turn over, tetti alla spesa con i privati), i ministeri hanno chiesto integrazioni tecniche, e per discutere della geometria e del dettaglio delle sforbiciate all’offerta ospedaliera e alla farmaceutica c’è tempo. «Temiamo – riflette Losappio – che il governo non ci consenta di arrivare a questa discussione: proveranno uno strangolamento con altre prescrizioni». In cantiere l’ipotesi di una conferenza stampa congiunta Pd-Vendola a Roma, durante la prossima settimana.

L’Udc intanto tende la mano sul comune terreno del buon senso. «Il nostro – spiega Salvatore Negro, capogruppo Udc – è un atto di responsabilità verso la Puglia e i lavoratori precari. Il Consiglio regionale a febbraio ha approvato una legge sull’internalizzazione all’unanimità: ora è giusto percorrere tutte le strade che portino a concretizzare quel provvedimento. la sensazione è che il governo voglia solo contrastare il presidente Vendola, ma così si danneggia tutta la Puglia». Un’apertura a Nichi? «Non siamo nella maggioranza, ma siamo con la Puglia e i lavoratori: la nostra è un’opposizione responsabile». La palla rovente è ora nelle mani dei parlamentari pugliesi: «Vendola – spiega Ludovico Vico, deputato Pd – ci ha spiegato che è pronto alla firma, noi assumeremo d’accordo con i capigruppo parlamentari tutte le iniziative necessarie. La questione è semplice: la Puglia ha reso tutto quanto le è stato chiesto, ma temo che ora la vicenda possa diventare solo politica». Un patema che batte forte nel petto di tutta la Puglia.

FONTE:NUOVO QUOTIDIANO BRINDISI,LECCE,TARANTO

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