Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

Un concorso nazionale per diventare manager nella sanità

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PER DIVENTARE direttore generale di una azienda sanitaria occorrerà superare un concorso nazionale. E chi lavorerà male decadrà automaticamente dall’incarico. Lo prevede una norma voluta dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che parla di “una vera è propria rivoluzione per la sanità italiana”, che è stata inserita nel Ddl Madia al Senato. La selezione, spiega il ministero, avverrà per titoli di studio, scientifici e di carriera, dinanzi ad una commissione nazionale, composta da esperti statali e regionali. I soggetti selezionati, se in possesso dei necessari titoli, potranno iscriversi ad un elenco tenuto presso il ministero della Salute, aggiornato ogni due anni e previa nuova selezione. Potrà essere nominato direttore generale dai governatori soltanto chi, avendo superato la selezione, è iscritto nell’elenco.

La norma ha un effetto dirompente sulle Regioni, che fino ad ora sceglievano in autonomia i manager delle aziende sanitarie e ospedaliere. E talvolta veniva privilegiata l’appartenenza politica dei tecnici. Adesso, se la legge passerà anche alla Camera, le amministrazioni locali saranno costrette a scegliere dalla graduatoria nazionale. Ma c’è un’altra novità molto significativa. I direttori decadranno automaticamente se non raggiungeranno gli obbiettivi, sanitari ed economici, e nel caso “di gravi e comprovati motivi (mala gestio), di violazioni di leggi o regolamenti ovvero del principio di buon andamento e imparzialità”, come è scritto nel provvedimento. E chi decade viene cancellato dall’elenco ministeriale e per essere nominato di nuovo dovrà superare un’altra selezione. Per questo, durante lo svolgimento dell’incarico, i manager saranno “sottoposti a stringente verifica e valutazione dell’attività svolta e dei risultati raggiunti”. Gli aspetti considerati saranno quelli economico-finanziar, cioè il bilancio, ma anche la capacità di assicurare ai pazienti i lea, livelli essenziali di assistenza. Saranno controllati anche gli esiti delle cure fornite. Chi dirige un ospedale dove la mortalità in certi ambiti specialistici è troppo alta rischia di andare a casa.

E a rendere la norma ancora più “rivoluzionaria” c’è la decisione di coinvolgere nello stesso meccanismo anche direttori sanitari e amministrativi. Si tratta di dirigenti che di solito vengono scelti dal direttore sanitario, in base a un rapporto fiduciario. E invece anche loro dovrà essere inseriti nelle graduatorie nazionali per poter ambire a lavorare in una Asl con quell’incarico. Lorenzin commenta così: “Finalmente avremo dirigenti sanitari selezionati con criteri effettivamente meritocratici, senza alcuna interferenza della politica. Ho sempre sostenuto che la sanità funziona dove ci sono bravi manager. Sono loro a rendere efficienti o meno le aziende sanitarie. Non è un caso che registriamo costantemente l’apparente paradosso di una sanità che funziona peggio li dove costa di più. E’ per questo che ho voluto un albo nazionale, con regole d’ingresso precise e trasparenti, dal quale potere valutare i migliori”. Non è escluso che le Regioni cerchino adesso di mettersi di traverso al provvedimento, che di fatto ridurrebbe il loro potere di scelta di dirigenti fondamentali per la conduzione della politica sanitaria.

Fonte: La Repubblica

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