Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

TOMMASO FIORE: “TAGLI DIFFICILI DA DIGERIRE, MA NECESSARI”

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 Sanità, tagli difficili da digerire, ma necessari per il dissesto. L’assessore regionale alla Sanità, Tommaso Fiore, ha illustrato alla commissione regionale il piano di rientro della sanità, che prevede tagli e risparmi della spesa sanitaria.
Soluzioni obbligate. «Avevamo immaginato una manovra leggera – ha detto Fiore – perchè ci sarebbe piaciuto gestire con enorme prudenza tutta questa materia in questa fase di grande difficoltà a causa della crisi generale. Ma questo non è stato possibile, il ministero ha imposto tempi di recupero immediati e quindi le soluzioni sono obbligate».
«I provvedimenti obbligati – ha spiegato Fiore – sono riduzione dei posti letto, della spesa farmaceutica e inserimento dei ticket. La Regione Puglia – ha rilevato – rientra nella categoria “peggiore” di criticità perchè trattasi di Regione in deficit finanziario con in aggiunta la necessità di procedere anche ad un piano di rientro sanitario. Lo sforamento attuale è di 400 milioni di euro ai quali vanno aggiunti i 500 milioni di euro che la Puglia ha già perso del fondo nazionale sanitario».

La firma. Giovedì il governatore, Nichi Vendola, sarà a Roma per concordare le modalità e chiudere la partita con la firma del piano di rientro presso il ministero.
I posti letto. L’assessore Fiore ha poi detto che «il tasso di ospedalizzazione è una delle maggiori criticità del nostro sistema sanitario, inteso come ricovero, day hospital e attività ambulatoriale» e che si può intervenire per «una dispersione dell’offerta, prendendo in considerazione una razionalizzazione di quegli ospedali che risultano avere dai 50 ai 70 posti letto. Tenete presente che un posto letto costa 206 milioni di euro all’anno». «Altro argomento – ha aggiunto l’assessore – lo splafonamento della spesa farmaceutica: lo sforamento negli ospedali è un fatto strutturale laddove incidono le patologie rare e le malattie tumorali. Sulla farmaceutica dobbiamo attivare un modello più virtuoso».
La situazione del personale. Ha poi proseguito Fiore: «Sono solo 38mila gli addetti, uno dei numeri più bassi in Italia, per non parlare del personale sanitario. A questo si aggiunge il blocco del turn over senza del quale sarebbe possibile, invece, procedere alla redistribuzione del personale». «Una soluzione – ha concluso – potrebbe essere quella di “capitalizzare” il personale rinveniente da quegli ospedali che sono destinati a “morire” per inserirli in altre strutture».

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