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TAJANI: OK DALLA UE SULLO SMALTIMENTO DEI DEBITI PA

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ANTONIO TAJANI – VICE-PRESIDENTE COMMISSIONE EUROPEA 

 Il Quotidiano economico-finanziario, ILSOLE24ORE, pubblica quest’oggi, una nota congiunta dei Vice-Presidenti della Commissione europea Olli Rehn e Antonio Tajani, con cui comunicano che la liquidazione di debiti commerciali da parte dello Stato italiano, a favore delle imprese potrebbe rientare tra i fattori attenuanti. Qui di seguito l’articolo pubblicato dal ILSOLE24ORE.

 

 La liquidazione di debiti commerciali da parte dello Stato a favore delle imprese «potrebbe rientrare tra i fattori attenuanti» nel momento in cui sarà valutata la conformità del bilancio pubblico italiano con i criteri di deficit e debito del patto di stabilità. È quanto affermano in una nota congiunta i vicepresidenti della Commissione europea e commissari Ue agli Affari economici, Olli Rehn, e all’industria, Antonio Tajani. È la prima volta che l’esecutivo europeo indica chiaramente che i pagamenti ritardati alle imprese possono essere scontati ai fini della vigilanza europea sui conti pubblici.

Piano di smaltimento in due anni
La Commissine europea si attende che l’Italia appronti un piano di smaltimento dei debiti pregressi della Pubblica amministrazione verso le imprese su una durata di due anni, piano al quale riconoscerebbe “fattori mitiganti” nella valutazione di osservanza dele regole Ue di bilancio, ha affermato il vicepresidente della Commissione europea, Antonio Tajani, durante una conferenza stampa a Roma, nella sede della Rappresentanza della Comunità europea in Italia della Commissione europea. «Noi sollecitiamo un piano in tempi brevi – ha detto Tajani – la forma poi è prerogativa del Paese. Ma ricordiamoci che parliamo della terza economia dell’area euro e intervenire rapidamente sarebbe quindi importante, per ridare fiato alle imprese, evitare fallimenti e far ripartire l’economia».

 
Avviare una forte politica per la crescita
«Dobbiamo avviare una forte politica per la crescita, cioé aiutare l’economia reale, sviluppare il mercato interno, avere una politica industriale moderna e competitiva, sostenere le piccole e medie imprese che rappresentano il tessuto connettivo della nostra società», ha detto Antonio Tajani.

Soddisfazione di Monti
Soddisfazione per le dichiarazioni dei vicepresidenti Tajani e Rehn è stata espressa dal premier. «Lavoreremo – sottolinea il premier Mario Monti in una nota di Palazzo Chigi – con i servizi della Commissione europea per identificare le soluzioni tecniche per avviare la liquidazione del debito nel più breve tempo possibile».

Una task force per esaminare i pagamenti pregressi
«Ho dato vita a una task force che possa esaminare quanto i pagamenti pregressi siano, una volta pagati, in violazione del patto di stabilità e per cercare di interpretare in maniera più flessibile il patto di stabilità. Con il commissario Rehn mi pare che l’esito del lavoro di questa task force sia positivo», ha detto il vicepresidente della commissione europea Antonio Tajani.

L’italia fornisca l’ammontare del debito verso le imprese
«Chiediamo al governo italiano di farci conoscere l’ammontare esatto del debito che le pubbliche amministrazioni nutrono nei confronti delle imprese», ha sottolineato Tajani.

La Bei sia come la Fed
«Stiamo lavorando per agevolare l’accesso al credito per le piccole e medie imprese e quindi aiutare l’economia reale. Se in Europa vogliamo essere competitivi per l’export, la Bei (Banca europea investimenti) deve fare come la Fed americana e agire per favorire la crescita», ha detto il vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani.

Condizioni di finanziamento eccessivamente restrittive
I due vicepresidenti hanno sottolineato che le condizioni di finanziamento eccessivamente restrittive stanno, soprattutto in Spagna, Portogallo e Italia, «stanno ostacolando il flusso di credito verso le famiglie e le imprese. Questo frena la crescita delle esportazioni e l’attività economica».

Nuove regole per i contratti conclusi dal 1° gennaio 2013
La nuova direttiva europea non si applica necessariamente all’ammontare del debito commerciale pregresso. Nel caso dell’Italia, le autorità, è scritto nella nota congiunta, hanno deciso che le nuove regole si applicheranno solo ai contratti conclusi a partire dal 1 gennaio 2013. «Una soluzione realistica al problema dell’ammontare di debito commerciale pregresso – che si stima essere di notevoli dimensioni – deve, probabilmente, prevedere un piano di liquidazione avente come obiettivo quello di portare tale ammontare di debito pregresso a livelli non attribuibili a ritardi nei pagamenti (livelli fisiologici) in tempi relativamente brevi», sottolinea la nota dei vicepresidenti Rehn e Tajani. Questo piano dovrebbe prevedere adeguate misure contro il rischio di comportamenti opportunistici (azzardo morale) da parte delle pubbliche amministrazioni titolari del debito pregresso».

 

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