Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

TAGLI SANITÀ, FRANCESCO DAMONE (PPT): “LA GIUNTA VENDOLA HA L’ASSILLO DI ‘FARE CASSA’”

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 Il capogruppo in Consiglio regionale de La Puglia Prima di Tutto, Francesco Damone, ha diffuso la seguente dichiarazione:
“Troppe strumentalizzazioni sulla sanità finiscono con il nascondere la verità alle popolazioni locali.
I tagli che il presidente della regione Vendola ha deciso di avviare nell’ambito della Sanità non possono essere etichettati come l’applicazione della cosiddetta riforma Fitto. Non c’è nulla di più falso.
La gente deve conoscere tutta la verità per sapere da che parte sta realmente il nemico del territorio, colui che dopo aver predicato bene sta razzolando malissimo.
È sotto gli occhi di tutti che le direttive diramate dalla giunta di sinistra guidata dal Governatore Vendola sono di tagliare i costi, senza badare a situazioni particolari e senza concedere deroghe.
Perché bisogna tagliare? Presto detto.
Dopo cinque anni si spesa sanitaria incontrollata e di avvicendamenti continui di direttori generali, che hanno puntualmente prodotto un aumento dei debiti delle Asl, si è arrivati alla resa dei conti.

In questo scenario cosa hanno pensato di fare il governatore Vendola e l’assessore alla sanità Tommaso Fiore? Tagliare sì, ma lontano da Bari.
A questi personaggi, di recente, se ne sono aggiunti altri che, a livello locale, cercano di aizzare le folle e si ergono a difensori dei diritti dei cittadini senza conoscere i fatti.
A Torremaggiore, ad esempio, a parte le chiacchiere, gli amministratori comunali piuttosto che lanciare accuse inutili e strumentali, devono far sapere alla gente quali azioni hanno avviato per migliorare l’offerta sanitaria? A quanto pare nessuna.
Le trasformazioni in atto in quel comune ed altre previste dal ‘Riordino della rete ospedaliera’ presentata alla popolazione pugliese dall’allora governatore Fitto erano il frutto di un’azione concertata tra politica e territorio.
Nascevano da un progetto politico di miglioramento delle funzioni e dell’assetto del sistema sanitario, non dalla necessità di ‘fare cassa’ che assilla l’attuale giunta Vendola.
Quella ‘riforma’ prevedeva una serie di provvedimenti che, scaturiti dal confronto e dalla condivisione con le popolazioni locali, avrebbe prodotto un consistente risparmio della spesa sanitaria e la possibilità alla gente di usufruire di servizi sanitari più moderni, efficienti e migliori.
Non è possibile, quindi, calare sul territorio una riforma sanitaria nata in un contesto sociale ed economico diverso da quello attuale e progettata per raggiungere determinati obiettivi, che ora appaiono pura utopia, al solo fine di mettere in cattiva luce una parte politica.
I signori della sanità si assumano le loro responsabilità evitando di gettare discredito sul lavoro compiuto da altri nell’esclusivo interesse del territorio.
È destinato a fallire il tentativo di quanti si sforzano di gettare ombre su quella che doveva essere la riforma Fitto, al solo fine di  mascherare gli errori e gli sfasci causati dalla fallimentare gestione della Sanità attuata dalla giunta Vendola negli ultimi 5 anni.
Chiediamo a gran voce di ripartire dalla visione organica e di radicale riorganizzazione proposta dall’amministrazione Fitto, allo scopo di addivenire a provvedimenti che chiedono sacrifici ai pugliesi non mediante tagli indiscriminati e spesso a spese dei territori e delle fasce sociali più deboli, ma nell’ambito di un nuovo sistema sanitario più efficiente e organico.
Su questi temi, tra l’altro, abbiamo dimostrato di non avere paura del dissenso locale, della strumentalizzazione politica, essendo la nostra azione caratterizzata dalla serietà, dalla responsabilità e dal pragmatismo.
Siamo pronti, pertanto, a fornire il nostro contributo per migliorare e attualizzare la sfida dell’ultimo governo di centro-destra regionale, sacrificando – ove necessario – in maniera equa e puntuale gli interessi dei singoli per il raggiungimento del bene comune.
Ci auguriamo che il Presidente Vendola sia capace di fare altrettanto (non si può essere solo di lotta a Roma e solo di governo a Bari, specie in questo delicato momento storico)

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