Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

TAGLI E RICONVERSIONI NELLA SANITA’ PUGLIESE

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    Addio ai piccoli nosocomi di base in Puglia, dove verranno cancellati i posti letto o dai quali saranno trasferiti verso strutture più complesse. Questa la ricetta proposta dal piano di rientro, che dovrebbe decollare parallelamente all’avvio di nuove strutture di eccellenza (ospedali provinciali o regionali). Le riconversioni previste: nel Foggiano Torremaggiore, S. Marco in Lamis e Monte S. Angelo; nella Bat Minervino e Spinazzola; nell’Asl di Bari Ruvo, Bitonto, Santeramo, Grumo, Rutigliano e Noci; in quella di Lecce S. Cesario, Maglie, Gagliano del Capo, Poggiardo; nel Brindisino l’ospedale di Cisternino; nell’Asl di Taranto i noscomi di Mottola e Massafra. Il governatore Nichi Vendola spiega: il Governo ci ha messo la pistola alla testa. E il Pdl: venga a discutere i tagli in Consiglio regionale
 

Via ai tagli negli ospedali pugliesi sulla base dei criteri fissati dai Pal, i piani attuativi locali predispoti dai manager delle sei Asl pugliesi in attuazione del piano sanitario regionale. Vediamo cosa accadrà.

BARI – Le linee guida sono due: riconversione e accorpamento. Di fatto un piano per la riduzione annunciata dei posti letto, nella provincia della Azienda sanitaria locale più grande di Puglia, c’è già e sarà «esaminato» nell’incontro romano di lunedì prossimo. Di certo si lavora alla riconversione degli ospedali con meno di 50 posti letto (esempio, Gravina, Bitonto eccetera) e agli accorpamenti in quelli più grandi.

E questa strada intrapresa già dal Policlinico (dove però c’è da sciogliere il nodo dei rapporti con l’università e dove il dg Vitangelo Dattoli ha già da tempo predisposto un piano che prevede 200-250 posti letto in meno su 1.550, con la riduzione dei reparti da 80 a 60 e con un risparmio di circa 20 milioni di euro l’anno) è ora seguita dal «San Paolo» di Bari, dove dal pri mo luglio sono stati accorpati i reparti di Pneumologia 2 e 3, Pneumologia riabilitativa e Ortopedia 1 e 2 .

LECCE – Le direttive impartite da Bari riguardano essenzialmente gli ospedali con meno di 70 posti letto. In provincia di Lecce, a farne le spese, saranno probabilmente gli ospedali di Gagliano del Capo, Maglie (lun godegenza), Poggiardo (medicina e geriatria) e un po’ anche Campi Salentina, dove sono operativi 15 posti letto del “Day surgery”.

Ospedali di piccole dimensioni, che non rispondono più ai criteri di sicurezza operativa, ma solo a logiche di campanile. Perciò, nella Asl di Lecce si cercherà di recuperare 240 – 250 posti letto. E questo vuol dire dover scendere dagli attuali 2700 posti letto ad al meno 2400. Vale a dire si dovrà passare dagli attuali 3,5 posti letto per mille abitanti a 3. Un’operazione che si prevede non sarà indolore, almeno sul piano delle proteste. Parallelamente si dovrà agire anche sul fronte della spesa farmaceutica. Da diversi mesi sono in corso incontri con specialisti e cen tri di spesa, finalizzati a verificare l’ap – propriatezza delle prescrizioni.

TARANTO – Sono all’incirca 285 i posti letto ospedalieri da tagliare nella provincia jonica, comprensivi di quelli (un centinaio circa) che comportano in automatico la chiusura di due ospedali, quelli di Mottola e Massafra. Questa la quota che spetta a Taranto nell’ambito della prima tranche di posti letto da tagliare dal prossimo primo agosto. Poi verrà anche la quota degli altri posti letto da cancellare entro il 2012.

Verranno drasticamente ridimensionati interi reparti negli ospedali della provincia, soprattutto quelli legati alle branche chirurgiche, ma anche le Pediatrie, perché ritenuti “inappropriati”. Troppo bassa, infatti, la percentuale – a volte anche meno del 40% – di pazienti ricoverati e portati in sala operatoria. Ma anche i nosocomi centrali non dovrebbero essere del tutto indenni dai tagli, in quei reparti dove comunque la percentuale di ricoveri sarà giudicata inappropriata rispetto ai costi sostenuti.

Le strutture ospedaliere dismesse dovrebbero poter continuare a svolgere un compito sanitario rispondendo al crescente fabbisogno di servizi e medicina del territorio.

FOGGIA – Qualcosa (una settantina di posti letto) è stato fatto con gli accorpamenti delle divisioni già definiti nei mesi addietro agli ospedali riuniti di Foggia (Urologia, pneumologia dell’ospedale D’Avanzo) ma ora restano da effettuare i tagli veri e propri che in provincia di Foggia riguarderanno (dopo San Severo e Cerignola) gli ospedali di San Marco in Lamis e Torremaggiore: in questi due centri ci sarà il grosso, co le riconversioni.

BAT – I grandi tagli per ora dovrebbero girare al largo dalla Barletta-Andria- Trani: posti letto sì, reparti no. Questa è la tendenza dell’Asl Bat, anche perché la Regione ancora non ha disposto un piano sanitario preciso cui fare riferimento. In prospettiva, peraltro, si va verso nuovi ospedali unici per una ottimizzazione dell’esistente: nasceranno il Trani-Bisceglie e l’Andria- Canosa-Minervino.

I problemi, però, si stanno accrescendo proprio quest’estate: pesano le croniche carenze dei medici di Pronto soccorso, Ortopedia e Cardiologia. La direzione generale ci prova in tutti i modi, ma ancora non riesce a coprire i buchi.

BRINDISI – Nella provincia brindisina i tagli dei posti letto saranno un centinaio al massimo, ma è la riorganizzazione complessiva dei posti il problema. Emanuele Vinci, direttore sanitario della Asl, chiarisce il motivo di questa affermazione: «Accorpare reparti doppioni, ne abbiamo alcuni sul territorio, è questo l’aspetto critico – insiste -, non disponiamo di idonei contenitori.

Eccetto l’ospedale Perrino, gli altri presidi sono strutture vecchie, alcuni risalgono all’altro secolo, sono situati al centro delle città con tutti i disagi che ne conseguono: non hanno perciò i requisiti richiesti per le strutture sanitarie per acuti». Secondo Vinci, non c’è altra via: solo la realizzazione dell’ospedale «Brindisi Nord» potrebbe offrire un concreto contributo in questa direzione e dare attuazione alle indicazioni della Regione.

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