Servizio somministrazione pasti negli ospedali, Metallo: “Lo dico senza mezzi termini, il bando va ritirato”
Per una serie di motivazioni:
- Porterà a una consistente riduzione del numero dei lavoratori attualmente occupati o, ipotesi non migliore, a una forte riduzione dell’orario di lavoro degli stessi;
- Il Bando prevede che la preparazione dei pasti venga per lo più effettuata presso strutture private e quindi non all’interno degli stessi Ospedali. Ciò potrebbe comportare una minor qualità e di sicuro comporta un aumento dei costi degli stessi pasti. Ciò risulta inoltre paradossale se pensiamo che ci sono impegni di somme che superano i 2,5 milioni di euro per riqualificare le cucine del Fazzi di Lecce;
- In un Bando come questo, come previsto dalla relazione di accompagnamento al DM 65 del 10 marzo 2020, non si dovrebbe tener conto del ribasso economico, ma valutare solo gli aspetti di miglioramento qualitativo proposti dalle aziende che partecipano.
Per tutti questi motivi, e per altri che le sigle sindacali di CGIL, CISL, UIL e UGL hanno posto, è necessario procedere a correggere lo stesso avviso.
La clausola sociale, il preparare i pasti presso le cucine ospedaliere, l’applicazione puntuale dei criteri ambientali minimi possono sembrare dettagli tecnici o vezzi giuridici. In realtà significano posti di lavoro tutelati, competenze valorizzate, filiera a chilometro zero, e attenzione per tutti i pazienti e i cittadini pugliesi.
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