SANITA’:ANCHE UNA REGIONE DEL SUD NEL CALCOLO DEI COSTI STANDARD
IL MINISTRO RAFFAELE FITTO |
Convergenza verso i costi standard in cinque anni, dunque nel 2018. E calcolo dei fabbisogni non solo in base alla «popolazione pesata» per età nelle regioni, ma anche secondo indici di povertà (deprivazione) o di disoccupazione. E alla fine sui costi standard in sanità spuntò la ciambella di salvataggio per il Sud. Un doppio salvagente lanciato dal ministro per gli Affari regionali, Raffaele Fitto, con emendamenti approvati dal consiglio dei ministri. Più tempo, più possibilità di uscire dal tunnel, senza più scuse. E anche valutazione della storica arretratezza socio-economica del mezzogiorno. |
È chiaro: si vedrà nel 2013 in base ai risultati del 2011. Ma già il fatto che la scelta delle regioni benchmark – decisive per calibrare gli obiettivi finanziari, ma non solo, da centrare – sarà frutto di trattative politiche (le sceglierà la stato-regioni tra le cinque migliori, e solo la prima dovrà essere nel pool delle regioni modello) lascia capire che qualche spazio anche per una regione del sud potrà esserci. Ad oggi, con dati 2009 neppure definitivi, nella rosa ci sarebbero Lombardia, Toscana, Marche, Emilia e forse Basilicata. Si vedrà nel 2013, sempreché non si cambi ancora. O non se ne faccia niente.
Intanto i governatori, che non hanno accolto affatto bene l’accelerazione sulla sanità impresa da Palazzo Chigi, si preparano ai prossimi vertici col governo e martedì si riuniranno in conclave. Testi ancora da misurare insomma. E Fitto getta acqua sul fuoco: «Non mancheranno i tempi per entrare nel merito della sanità. Dal federalismo – ha aggiunto il ministro – il sud non ha nulla da temere. Ma prima di tutto serve una riforma dei comportamenti».
Comments are closed.