Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

SANITA’: “LE REGIONI NON PARTONO ALLA PARI”

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 I costi standard per le prestazioni sanitarie non sono un tabù, ma vanno definiti alla luce delle condizioni di partenza delle singole regioni se si vuole evitare che il gap tra Nord e Sud aumenti con l’attuazione del federalismo. È questa, in sintesi, la tesi sostenuta dal senatore del Pdl, Gaetano Quagliariello, in un articolo pubblicato dal Foglio.
   Partendo dalla celebrazione dei centocinquanta anni dell’unità d’Italia, il senatore Pdl afferma che «oggi come allora, infatti, le condizioni per tenere insieme il Paese non sono scontate», e paventa il rischio che «solo le regioni del nord potrebbero agganciarsi al treno che corre più in fretta». Parlando della manovra appena approvata, sottolinea il «modo con il quale le regioni del nord, di destra e di sinistra, hanno proposto la logica astratta delle “regioni virtuose”. Tradotta in termini concreti si tratterebbe di cristallizzare le differenze storicamente emerse, addirittura approfondire il divario fissando l’asticella dei “costi standard” in base a parametri inadeguati e scarsamente aderenti alla realtà, rinunziando definitivamente a individuare strumenti e mezzi affinché le regioni che virtuose oggi non sono possano diventarlo nonostante il fardello che si portano sulle spalle. Da qui all’anticamera della disunione, il passo sarebbe assai breve».
   Poi aggiunge che «la classe dirigente meridionale porta sulle sue spalle la zavorra di una spesa pubblica incontrollata», e che «la politica deve considerare i   numeri ma non farsi annichilire da essi, servirsi dei parametri senza sottomettersi alla logica burocratica del “rispetto formale”».

Le considerazioni di Quagliariello, in una giornata di mezzo agosto, accendono il dibattito. Francesco Boccia, deputato del Pd, coordinatore delle commissioni economiche del Pd e componente della bicamerale sul federalismo afferma che «l’improvvisa e sorprendente critica del sen Quagliariello all’utilizzo dei costi standard apre indubbiamente scenari nuovi. Sin dal dibattito parlamentare sulla legge delega il Pd ha posto con forza il tema dell’insufficienza di meri principi ragioneristici nel soddisfacimento dei bisogni umani attra   verso l’erogazione dei servizi pubblici». Boccia sottolinea che «Quagliariello con coraggio ha posto la necessità di superare i costi standard. Ad oggi anche in commissione bicamerale i costi standard vengono dalla maggioranza sbandierati spesso come la panacea di tutti i mali, ma sempre attesi (invano) alla prova dei fatti: i numeri. Se Quagliariello ha ragione allora il Pdl dovrebbe convenire con noi che é necessario nel decreto sui costi standard, trovare il coraggio di dire che i tempi di una mammografia o di una pet (tempi medi in Emilia Romagna un mese, in tutte le regioni del sud, Basilicata esclusa, da 8 a 18 mesi) vengono prima del costo. Una cosa è tagliare gli sprechi altra, come giustamente concor   da Gaetano Quagliariello, è condannare le Regioni più deboli ad un inseguimento eterno molto simile a quello degli ignavi».
   Marida Dentamaro, assessore regionale pugliese al Mezzogiorno e al federalismo, afferma che «è un peccato che l’analisi del professore Quagliariello non con coincida affatto con le posizioni concrete del senatore Quagliariello e della sua parte politica».
   Sui costi standard, afferma che «non possono prescindere dalla previa e precisa determinazione dei fabbisogni standard, sui quali incidono le condizioni economiche-sociali, nel senso di ordinare qualitativamente e quantitativamente la domanda di sanità pubblica; così   come non si può dimenticare che, a parità di servizio, il costo può variare notevolmente secondo il livello di infrastrutturazione del territorio».
   Aggiunge che «il prof. Quagliariello si preoccupa del peso che su questo processo può avere la contrapposizione tra Regioni del Nord e del Sud, che però – conviene precisare – non corrisponde alle categorie etiche della virtù e del vizio, bensì a quelle storico-economiche della ricchezza e povertà delle diverse aree del paese».
   Diversa la posizione di Rocco Palese, capogruppo Pdl alla Regione, che sottolinea il lavoro svolto dal ministro Fitto: «Per le classi politiche e burocratiche delle regioni del Sud è arrivato il momento della sfida delle responsabilità», e sulla questione dei costi standard sottolinea che «non si poteva non prevedere la quantizzazione del costo delle funzioni attribuite. Particolare importanza assume il fondo sanitario con la definizione dei costi standard da definire in base a parametri che dovranno essere stabiliti in accordo con lo Stato e il sistema delle regioni. Non è concepibile che una siringa costi 1 euro a Milano e 3 euro in qualche Asl del Sud. Non si può più solo predicare, ma semplicemente praticare la qualità delle spesa» Infine pone sotto accusa la giunta Vendola e sottolinea che probabilmente le «le regioni del Nord sono molto più attrezzate nell’analisi dei costi dei beni e servizi, personale, spesa strutturale di funzionamento, sistema di contabilità dei bilanci. Per vincere il confronto con il blocco delle regioni del nord bisogna essere credibili».

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