Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

SANITA': IN FRANCIA LA 'CARICA' DEI MEDICI RUMENI, 3000 IN ATTIVITA'

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 Roma, 2 mag. (Adnkronos Salute) – In Francia i medici parlano sempre più rumeno. Sono molti, infatti, i camici bianchi del Paese dell’Est che scelgono di ’emigrare’ Oltralpe per esercitare la loro professione. Un boom di immigrazione professionale esploso prepotentemente nel 2007, dopo l’adesione della Romania all’Unione europea: nel 2008 il 40% dei nuovi iscritti agli Ordini dei medici d’Oltralpe era rumeno. Un fenomeno che non accenna a diminuire, indica uno studio di Raymonde Sechet, docente di geografia all’università di Rennes e Despina Vasilscu, del Centro di ricerca in geografia applicata, dell’università di Suceava, Romania.

Sono 3.000 i professionisti in attività, il 68% nelle strutture pubbliche e il 32% nel privato. Con una particolare concentrazione nelle specializzazioni più ‘difficili’: anestesia e rianimazione, emergenza-urgenza, radiologia. Questi professionisti non hanno bisogno di ulteriori attestati di formazione per esercitare in Francia e questo favorisce la domanda, soprattutto nelle aree più sprovviste.

La ricerca non registra, però, alcun vantaggio da questa immigrazione in un campo particolarmente carente per la medicina francese, quello dei medici di famiglia delle aree rurali, cronicamente mancanti. Un problema per il quale gli ospedali e le comunità investono anche molto denaro pur di limitare i danni del cosiddetto ‘deserto medico’. I medici rumeni, però, spiega lo studio, provengono quasi tutti da contesti urbani e, in Francia, l’ambiente ospedaliero con il lavoro in equipe favorisce meglio l’integrazione, quindi lo preferiscono.

Ad attrarre i medici rumeni soprattutto il miglioramento economico, visto che in patria gli stipendi hanno subito continue riduzioni e il potere d’acquisto è sempre più limitato. Ma per molti professionisti si tratta anche di una ‘fuga’ verso possibilità di esercitare al meglio la loro attività, abbandonando un sistema in difficoltà e vetusto che può investire molto poco in innovazione . “Per la Romania – concludono gli studiosi – l’esodo dei medici costituisce una perdita di un elemento vitale per lo sviluppo del Paese”.

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