Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

Pagamenti della Pa: preoccupano i ritardi nella sanità, ma la Puglia registra tempestività nei pagamenti

Beppe Marchitelli - Presidente A.F.O.R.P.
230
Beppe Marchitelli - Presidente A.F.O.R.P.
Beppe Marchitelli – Presidente A.F.O.R.P.

(IlSole24Ore) – Meno di un’impresa su quattro (il 23,6%) della Pubblica amministrazione rispetta abitualmente i termini di pagamento prestabiliti, mentre un altro quarto delle aziende pubbliche fatica a saldare i debiti verso i fornitori. La maglia nera spetta, come in passato, a Sanità e Asl dove «la quota di pagamenti puntuali è praticamente nulla». A dirlo è l’ultimo rilevamento dello Studio pagamenti realizzato da Cribis e aggiornato al primo trimestre 2017. Nell’ambito del sistema sanitario nazionale, sottolineano gli analisti di Cribis, «il 44,6% dei soggetti salda i fornitori entro il mese di ritardo, mentre il restante 55,4% delle aziende della sanità paga generalmente con grande ritardo».

 

Lo Studio pagamenti sottolinea anche che la situazione «è leggermente migliore per gli Enti territoriali, dove la quota di virtuosi è pari al 14,8%. Quelli che pagano entro il mese di ritardo sono invece pari al 57,2%, mentre i ritardi gravi sono il 28% del totale».

In ogni caso lo scenario italiano è ben distante dai paletti fissati dalla direttiva comunitaria del 2011, entrata in vigore nel 2013: trenta giorni di tempo per i pagamenti in generale e 60 giorni in casi particolari, tra cui proprio la Sanità. Ecco perché la Commissione europea ha inviato a Roma un parere motivato, secondo cruciale passaggio in una procedura di infrazione per violazione delle regole comunitarie –si veda il Sole 24 Ore del 16 febbraio scorso –.

Bruxelles in ultima analisi ha il potere di deferire il governo dinanzi alla giustizia comunitaria. Una risposta importante dall’esecutivo è arrivata con il piano Siope+, che punta ad arrivare entro fine 2018 a monitorare l’intero processo di pagamento (oggi siamo al 65% secondo i dati Mef riportati dal Sole 24 Ore del 7 aprile).

Tornando allo studio Cribis, l’amministratore delegato Marco Preti sottolinea come «purtroppo i dati emersi dal nostro osservatorio mettono in evidenza le grandi difficoltà della Pa che vanno a impattare negativamente sulle imprese fornitrici che non vedono rientrare i propri crediti nei tempi prestabiliti. Si crea dunque un effetto domino che va a coinvolgere tutta la filiera, che rischia di non avere disponibilità di cassa per pagare a sua volta i propri fornitori».

Per gli analisti di Cribis i settori produttivi più colpiti da questa situazione sono farmaceutica, biomedicale e forniture sanitarie, prodotti per l’ufficio (computer, carta, cartoleria), arredi per uffici, forniture alimentari, dell’energia e la filiera delle manutenzioni stradali e degli edifici.

«Il settore della Sanità e delle Asl ha delle performance preoccupanti» ribadisce Preti. E infatti, secondo gli ultimi dati pubblicati dal Sole 24 Ore del 7 febbraio, le sole fatture inevase per biomedicale e farmaci ammontano a 4 miliardi di euro.

Non tutto il panorama è fosco, se come spiega l’ad di Cribis «ci sono aree più virtuose, come il Nordovest, dove il 28,2% delle aziende pubbliche è puntuale, mentre al Sud e nelle isole lo scenario rimane preoccupante. C’è sicuramente chi si sta impegnando per rispettare i termini o ridurre i ritardi, ma non è ancora sufficiente. È fondamentale che tutte le aziende della Pa si impegnino a migliorare le proprie performance di pagamento».

 

In Puglia vi è una controtendenza nel settore della sanità dove si registra  tempestività dei pagamenti nel rispetto delle Direttive Comunitarie. “Dopo le numerose battaglie portate avanti dall’A.F.O.R.P. – sottolinea il Presidente Marchitelli – questa problematica è stata superata grazie al lavoro delle Direzioni generali delle Asl, Aziende Ospedaliere, IRCCS, dei Dirigenti di area finanziaria dell’Assessorato alla Promozione della Salute  e dei rispettivi uffici”.

Comments are closed.