Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

OSPEDALI, PERFORMANCE 2012: TOSCANA AL TOP, CAMPANIA, PUGLIA E MOLISE MAGLIA NERA

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 Ospedali: le performance 2012 nel «Programma nazionale esiti»

La Toscana al top, subito dopo Emilia Romagna e Lombardia. La Campania maglia nera, e con lei Puglia e Molise. Le regioni del Nord sempre tra le migliori, quelle del Sud, e soprattutto se commissariate o sotto la scure del piano di rientro, nel fondo del ranking. E ospedali (il Di Venere a Bari) dove la mortalità per a trenta giorni dal ricovero è quarantadue volte più elevata del migliore d’Italia (il Serristori di Firenze) . O ancora l’ospedale (il Grottaglie di Taranto) che solo nell’1% dei casi opera una frattura del femore nei canonici due giorni, contro il 94% del più solerte d’Italia (il Sant’Eugenio di Roma). Eccole le montagne russe degli ospedali d’Italia. Niente di nuovo, si dirà. E invece i risultati, regione per regione, del «Programma nazionale esiti 2012» appena elaborati dall’Agenas (l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari), ci presentano un identikit impietso e capillare delle condizioni di salute degli ospedali italiani. Anche se non raramente in miglioramento rispetto a un anno fa.

Le 47 performance degli ospedali
Il rapporto mette a confronto ogni anno – questa è la quarta edizione – i risultati ottenuti in base a 47 indicatori comuni a tutti gli ospedali, che vanno dalla mortalità a 30 giorni per ictus a quella per infarto, dalla proporzione dei parti con taglio cesareo alle complicanze a 30 giorni per colecistectomia.
In realtà nei risultati ci sono numerosi fattori che entrano in gioco. E per questo le “classifiche” – che l’Agenas non fa, perché l’obiettivo è un altro – tra le strutture vanno lette in controluce. E presi con le classiche “molle”. Anzitutto pesa la dimensione dell’ospedale: i più grandi raccolgono più casi e anche “peggiori” come prognosi rispetto agli altri, ma le loro performance sono mediamente sempre migliori delle strutture più piccole. Mentre per alcuni indicatori, soprattutto di mortalità, c’è da tener presente anche la specializzazione della struttura (cardiologia, cura dei tumori ecc.). Ma i dati Agenas considerano comunque tutto questo e il risultato è infatti dato dal “rischio aggiustato per cento”, corretto con tutti i parametri possibili per favorire il confronto.

 

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