Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

Ordine dei Medici e Università: in Puglia mancano medici

Filippo Anelli - Presidente Ordine dei Medici di Bari
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Filippo Anelli - Presidente Ordine dei Medici di Bari
Filippo Anelli – Presidente Ordine dei Medici di Bari

Ordine dei Medici e Università: in Puglia mancano medici

Le borse di studio di specialità in Puglia sono il 70% della media nazionale, mentre il numero di accessi alla Facoltà di Medicina in Puglia è la metà del Veneto, a fronte della stessa popolazione. Per questo Ordine e Università chiedono un riallineamento del numero di laureati e di borse di specializzazione e un ripensamento dei percorsi formativi di accesso alla professione, attraverso una più attenta programmazione, che nasca da una stretta collaborazione tra OMCeO, Ateneo e Regione.

È quanto è emerso da un incontro che si è tenuto l’altro ieri presso l’Ordine di Bari tra il Presidente dell’Ordine Filippo Anelli, i membri del Consiglio dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Bari, il Rettore dell’Università di Bari Antonio Uricchio, il Preside della Scuola di Medicina Paolo Livrea, il Presidente del Corso di Laurea MC Antonio Moschetta e i quattro Direttori di Dipartimento.

“La programmazione in questi anni non ha funzionato – sottolinea una nota dell’Ordine dei medici – creando disoccupazione, lavoro precario ed emigrazione. Ma va anche ripensata la durata del percorso formativo, che appare desueta, lunga nei tempi e poco efficiente. E in ultima analisi vanno rivisti i criteri e i metodi di selezione per l’accesso al percorso formativo, che incappano periodicamente in ricorsi e sentenze del TAR, vanificando di fatto il numero chiuso”.

Uno dei primi problemi, fanno notare all’Ordine, è legato al disallineamento tra accesso all’Università e accesso alle specializzazioni e al corso di Medicina Generale. I medici fuori dai percorsi formativi post lauream in questi sei ultimi anni sono pari a 4.794, con una media annua di circa 800 medici che non riescono a specializzarsi o diplomarsi in medicina generale e che di fatto quindi sono laureati in medicina, ma non possono accedere alla professione.

Fonte:Quotidianosanità

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