Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

MEDICI E FARMACISTI PRONTI ALLE BARRICATE

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 I medici sono già pronti alle barricate e decideranno domani le prossime e immediate iniziative contro la manovra-capestro. Gli oltre mezzo milione di dipendenti non medici del Ssn sono su tutte le furie. I farmacisti hanno convocato per lunedì un’assemblea straordinaria come ai tempi dell’odiato “decreto Bersani”. Perfino i solitamente più defilati grossisti di farmaci sono in stato di agitazione. «Va benei sacrifici, ma questa manovra ammazza la sanità pubblica», è la sintesi che serpeggia nell’universo del servizio sanitario nazionale.

Ospedali bloccati, rischio di paralisi dei servizi, intere filiere produttive che temono minacciano chiusure e licenziamenti. S’è fatta molti nemici la manovra nella potente galassia sanitaria: che per inciso, vale 690 mila dipendenti del Ssn e altri 90mila operatori a convenzionati; per non dire dell’universo della produzione. La quarta, se non la terza, azienda d’Italia con una produzione pari al 6,5% del valore nazionale. Intanto le categorie affilano le armi fuori e dentro il Parlamento. Domani l’intersindacale medica deciderà le mosse comuni, se possibile. Cisl e Uil sono state finora caute, ma critiche.
L’Anaao, il più forte sindacato dei medici ospedalieri, non ha invece lesinato da subito dure contestazioni, come la Cgil.

Stop a contratti, convenzioni e al turn over, interventi su liquidazioni e pensioni: contro il decreto 78 si annuncia una pesante reazione. Del resto, è l’accusa, la manovra metterà in ginocchio la sanità pubblica: «Altro che nessuna macelleria sociale». I farmacisti – con l’Ordine più cauto verso Governo e maggioranza – intanto denunciano di essere il vero bersaglio dei tagli sulla farmaceutica. Dicono che sono a rischio 2mila farmacie «nelle aree più disagiate» con altrettanti contraccolpi sull’occupazione e sostengono che i 420 milioni di tagli ai grossisti (per la stessa ragione in mobilitazione) saranno scaricati sui loro fatturati già in calo. Anche i produttori di farmaci generici contestano, e oggi spiegheranno le loro ragioni. Mentre altre categorie preferiscono lavorare nell’ombra. E il Governo comincia a valutare se, e fino a che punto, trattare le modifiche. Sorprese parlamentari a parte.

 

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