Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

L’ex Assessore Tommaso Fiore: piano di riordino, mancano molte informazioni

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(Corriere del Mezzogiorno) «Mi domando come e dove saranno garantiti gli elevati standard di sicurezza ed efficienza di cui parla Emiliano, perché ad oggi non lo sappiamo, in quanto o non c’è un’idea sul da farsi, oppure ancora non lo hanno detto a nessuno e questo è comunque sbagliato». Tommaso Fiore, medico, ex assessore alla Salute della giunta Vendola, dimessosi dopo tre anni di lavoro svolto sotto l’etichetta di organizzatore della buona sanità, punge il governatore della Puglia sul tema incandescente del riordino ospedaliero.

Di certo c’è che in Puglia chiudono nove ospedali tra le proteste dei territori.
«Vi sono scelte non chiarissime, come il declassamento dell’ospedale di Cerignola, la più clamorosa anche perché è una struttura nuova. In ogni caso, quando si fa un piano lo si deve corredare di una serie di informazioni e dati che permettano di capire cosa si sta facendo. E non è chiarissima neanche la parte sostitutiva. Certamente la giunta si sta impegnando per infrastrutturare il territorio in maniera robusta, ma i 400 milioni di euro sono di edilizia e attrezzature. Il terzo punto è l’erogazione del servizio. Da chi sarà erogato? In collaborazione con il privato? Attraverso quali strumenti?».
Hanno ragione i consiglieri regionali a protestare per il mancato confronto su un provvedimento così importante?
«In effetti mancano molte informazioni. E il confronto si fa proprio sulle informazioni di dettaglio, quindi, se i consiglieri vogliono dire questo, sono d’accordo. Io non vedo nessun documento, ma ragiono con il beneficio dell’inventario, perché può darsi che ci sia uno studio meraviglioso che non conosciamo. L’unica cosa che abbiamo visto solo le famose slide di Giovanni Gorgoni (direttore del dipartimento Promozione della salute, ndr) che sono anche interessanti, ma non bastano».
È giusto o sbagliato che Emiliano abbia tenuto finora il piano chiuso nel cassetto senza svelare i dettagli a nessuno?
«Secondo me le premesse metodologiche con cui si fanno le cose devono essere messe in chiaro. Comunque, al di là degli aspetti legati ad un auspicabile miglioramento del servizio, c’è anche un aspetto economico. Quindi, ogni azione che si fa deve essere corredata da una scheda tecnica ed economica che fornisce il dettaglio sui risparmi e dice dove i soldi risparmiati vanno spesi e così via».
Le slide con cui Gorgoni ha illustrato il piano non le sono piaciute?
«Di quelle schede mi inquieta in particolare una cosa e cioè l’avere messo insieme il decreto 70 del 2015 e la legge di stabilità e l’avere annunciato, in pratica, un’idea di commissariamento generale di tutto. Ciò corrisponde ad un ingresso nel piano di rientro zona per zona e non complessivo, il che significa, di fatto, il blocco delle assunzioni da domani. E questo è un problema serio».
La Puglia arriva a questo piano con ospedali che accusano un forte squilibrio tra costi e produttività che, a sentire Gorgoni, impone una cura da cavallo aggiuntiva a quella imposta in questi anni dal piano di rientro.
«Proprio così. Il piano che abbiamo fatto noi è stato molto doloroso, ma ora si prospetta un piano di rientro sul piano di rientro, una cosa terribile che richiama un problema nazionale sui cui, per la verità, Emiliano si sta spendendo molto. Mi riferisco alle condizioni impressionanti di disagio del welfare italiano, dentro al quale le regioni meridionali soffrono più delle altre».

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