Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

LA MANOVRA ECONOMICA BLOCCA I PIGNORAMENTI PER MOROSITA’ CONTRO LE ASL

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 L’articolo 11 della manovra economica messa a punto dal Governo relativo al controllo della spesa sanitaria, al comma 2 prevede che nelle Regioni sottoposte ai piani di rientro dai disavanzi sanitari, non possono essere intraprese o proseguite azioni esecutive nei confronti delle aziende sanitarie locali e ospedaliere delle regioni. Si stima che, solo nei confronti delle aziende biomedicali, le fatture non pagate ammontino a 5 miliardi di euro. La maggior parte di queste imprese (circa l’80%) che forniscono agli ospedali attrezzature elettromedicali, strumentazioni diagnostiche, siringhe, garze, bende e quant’altro, ha gia’ fatto partire le azioni di pignoramento per recuperare i propri crediti insoluti.

Solo per i dispositivi medici, secondo le ultime stime di Assobiomedica, l’ammontare complessivo dei debiti a carico delle Asl e’ infatti di 4 miliardi e 613 milioni di euro. Di questi, 1 miliardo e 840 milioni, giusto il 40%, sono a carico delle Asl della Campania (766 mln), del Lazio (649 mln) e della Puglia (425 mln). Tanti debiti insoluti anche in Emilia Romagna (402 mln), Piemonte (360 mln), Veneto (349 mln), Calabria (333 mln), Toscana (288 mln). Ma il quadro e’ a tinte fosche un po’ ovunque. In Lombardia il totale delle fatture sospese e’ di 253 milioni, in Sicilia 201, nel piccolo Molise addirittura 88 milioni.
I tempi di attesa per i rimborsi sono dunque altissimi per queste imprese. Malgrado la legge imponga alle Asl 30 giorni per il pagamento delle fatture, la realta’ e’ ben diversa. Secondo la stima elaborata da Assobiomedica, in Calabria, ad esempio, l’attesa media e’ di 784 giorni, piu’ di due anni. Piu’ o meno lo stesso scenario in Campania e in Molise, dove il tempo medio di attesa per un rimborso e’, rispettivamente, di 670 e 800 giorni.
Lo stop ai pignoramenti produrra’ secondo Assobiomedica anche un altro effetto: una particolare corsa all’incasso e saranno sempre di piu’ le imprese costrette a farsi scontare i propri crediti rivolgendosi a societa’ finanziarie poco limpide.
Per arginare questo fenomeno Assobiomedica aveva gia’ proposto di congelare il vecchio debito e mettere a punto un piano di rientro in cinque anni, con un interesse ragionevole al 3%.

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