Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

LA GIUNTA APPROVA DUE DISEGNI DI LEGGE ANTIDEFICIT

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 BARI – Il Piano di rientro sanitario prende corpo, e così pure le misure draconiane che prevede. La giunta regionale ha approvato ieri due disegni di legge. Prevedono lo stanziamento di risorse a copertura del deficit, lo stop alle internalizzazioni, il blocco delle assunzioni per tre anni, un tetto insuperabile per i contratti con i privati accreditati (mentre finora la soglia è stata elastica). Il Piano di rientro, che prevede risparmi per 450 milioni nel triennio 2010-2012, muove dunque i primi passi formali. I due disegni di legge sono stati rapidamente trasmessi al Consiglio regionale, in modo da essere approvati nella prossima settimana (seduta convocata per mercoledì e giovedì). E comunque non oltre il 30 settembre, ossia la data indicata dal decreto legge che ha spostato al 15 ottobre la data ultima per la stipula dell’intesa tra Regione e governo. Si è rimessa in moto la catena degli atti da approvare, interrotta bruscamente a fine luglio dal rifiuto del ministro Giulio Tremonti di firmare l’intesa con la Puglia. Si riparte dalle richieste del governo. A cominciare da quello che sembrava l’elemento più indigesto per Roma e già oggetto di impugnativa davanti alla Corte costituzionale: la internalizzazione in società pubbliche di circa cinquemila addetti provenienti da ditte esterne appaltatrici. Il disegno di legge, predisposto dall’assessore alla Salute Tommaso Fiore, prevede la «sospensione degli effetti» delle norme pugliesi impugnate dal governo (internalizzazioni e previsioni di dotazioni organiche) fino alla sentenza della Consulta. «Fermi restando — dice la norma — i procedimenti amministrativi già deliberati». In pratica, come si disse un mese fa, laddove le delibere dei direttori generali fossero state già approvate, si sarebbe potuto procedere con le internalizzazioni.

Inoltre, la legge fissa il principio che i tetti di spesa per i privati accreditati non possano essere superati. Oggi lo possono essere, per determinate categorie, a patto che la tariffa venga abbattuta del 75%. Il governo chiede, invece, certezza assoluta sui volumi di prestazioni erogate. E dunque sui conti. Infine, ma questa norma era nota da tempo, si blocca il turn-over: per il 2010, 2011, 2012. Solo «in caso di comprovata urgenza», la giunta può autorizzare le Asl a procedere con i reclutamenti per sostituire il personale pensionato o dimesso. L’altro disegno di legge (proposto dall’assessore Michele Pelillo) è il trasferimento in norme di legge di percorsi già avviati per destinare alla sanità (a copertura dei deficit presunti 2010 e 2011) una parte delle risorse del bilancio ordinario. Una parte cospicua deriva dalla compressione delle uscite derivante dalle sanzioni sul Patto di stabilità violato: la sanità è esclusa dal Patto e dunque può spendere le risorse risparmiate altrove. Intanto ieri sono tornati a protestare i 220 dipendenti della società barese Accadueo (che lavora per il gruppo sanitario Villa Maria) e che ha chiesto la cassa integrazione per tutti gli addetti.

Fiore ha convocato le parti per giovedì prossimo. Si profila, intanto, un nuovo conflitto con il governo e ancora sul nucleare come già successo nei mesi scorsi. La giunta, su proposta dell’assessore Lorenzo Nicastro, ha deciso di impugnare la legge statale 129 del 13 agosto 2010. La Regione contesta la norma secondo cui, in caso di mancato raggiungimento dell’intesa prevista con lo Stato sull’insediamento, il governo interviene con commissari ad acta, poteri straordinari e risorse pubbliche. «La norma — dice Nicastro — sembra eludere una sentenza della Corte costituzionale che aveva ribadito la necessità di una piena condivisione con i territori interessati». Inoltre la stessa legge statale consente di fare ciò che il governo ha negato alla Puglia: la facoltà di realizzare impianti di produzione di energia rinnovabile al di sotto di 1 megawatt, con semplice Dia (dichiarazione di inizio attività). La normativa rimette tutto in gioco, ma consente di far rientrare nella partita solo gli imprenditori che saranno operativi in 150 giorni.

Francesco Strippoli (Corriere del Mezzogiorno)

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