LA CAMPANIA CHIUDE GLI OSPEDALI CON MENO DI 100 POSTI LETTO
‘Il Mattino’ oggi riporta un’importante anticipazione della proposta di riorganizzazione della rete ospedaliera e territoriale presentato da Giuseppe Zuccatelli, subcommissario alla Sanità del governo Berlusconi, a Stefano Caldoro, neopresidente della Regione Campania eletto nel centrodestra. Quest’ultimo, ora, dovrà inviarlo al Governo, ma potrà decidere di modificarlo. La più importante novità che emerge è la necessità per ospedali e cliniche della Campania di avere almeno 100 posti letto per essere accreditate. Complessivamente, se il piano dovesse essere approvato, ci sarebbe la diminuzione di 1.100 posti letto. |
La rivoluzione coinvolgerà anche presidi pubblici che verranno dismessi e riconvertiti in residenze sanitarie, poliambulatori e centri specialistici. Il documento può mettere la parola fine alla questione degli ospedali di Cerreto Sannita, San Bartolomeo in Galdo e Sant’Agata dei Goti.
Il nosocomio di Cerreto ‘Santa Maria delle Grazie’, secondo Zuccatelli, dovrà essere trasformato da presidio ospedaliero con 78 posti letto a ospedale di comunità con 20 posti residenziali e in centro residenziale dei disturbi alimentari con altri 20 posti tra residenziali e semiresidenziali.
Il presidio ospedaliero di San Bartolomeo in Galdo diventerebbe ospedale di comunità con 24 posti residenziali, Rsa (residenza sanitaria assistenziale) per anziani con altri 20 posti letto e poliambulatorio. Futuro da poliambulatorio anche l’ospedale ‘San Giovanni di Dio’ di Sant’Agata dei Goti, quello vecchio, i cui reparti di Medicina e Chirurgia Generale sono stati chiusi nel luglio 2009. Le sue funzioni sono svolte da marzo 2010 dal nuovo nosocomio ‘Sant’Alfonso Maria dè Liguori’, sempre a Sant’Agata. inaugurato a marzo.
Il ridimensionamento previsto in molti ospedali della Campania è “finalizzato non solo a contenere i costi di gestione – è scritto nel documento – ma anche a contrastare i comportamenti opportunistici e a garantire prestazioni più appropriate”. Il punto di partenza è che sul territorio si effettuano troppi ricoveri impropri: bisognerà passare dagli attuali 831.088 (dati 2008) a 603.259. Ciò sarà possibile riducendo i ricoveri ordinari e aumentando le prestazioni ambulatoriali e in day hospital. Il riparmio stimato è di 150 milioni di euro in un anno.
Il piano introduce il Die (Dipartimento strutturale integrato delle emergenze) che sarà predisposto su scala provinciale con un’organizzazione calata sul territorio e la cosiddetta ‘norma antibarelle’. In pratica “i trasferimenti di pazienti, in urgenza, dagli ospedali di livello inferiore a quelli di livello superiore potranno avvenire solo in relazione a specifici trattamenti, non previsti negli ospedali di partenza”.
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