Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

Italia Oggi:bocciata la sanità di Vendola

Nichi Vendola - Governatore Regione Puglia
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Nichi Vendola - Governatore Regione Puglia
Nichi Vendola – Governatore Regione Puglia

Fonte:Italia Oggi

Una batosta che rischia di rovinare gli ultimi mesi dell’amministrazione di Nichi Vendola alla guida della Puglia. Se il leader di Sel pensava infatti di chiudere in bellezza la sua esperienza da governatore, si dovrà ricredere. La Corte dei conti regionale ha sonoramente bocciato i bilanci 2012 delle Azienda sanitarie locali pugliesi con un giudizio negativo talmente netto da chiamare in causa, seppure indirettamente, gli stessi vertici della Regione, la cui parte principale del bilancio è dedicata proprio alle politiche sanitarie. Quanto emerge dal provvedimento dei magistrati contabili è un sistema sostanzialmente ingovernabile, chiamato a fare i conti con un probabile taglio da parte del governo di 190-200 milioni di euro dal fondo sanitario nazionale, a fronte dei 260 milioni inseriti nel bilancio previsionale 2015.

Ci sono situazioni, spiegano i giudici della sezione pugliese di controllo come riportato dalla Gazzetta del Mezzogiorno, dove i conti dell’Azienda sanitaria in questione risultano addirittura «non realistici»; è il caso dell’Asl di Taranto, il cui risultato di esercizio potrebbe non essere veritiero in quanto non si sarebbe tenuto conto di ammortamenti e rettifiche. È stata la stessa Azienda ad aver ammesso di non conoscere il valore di ammortamenti, rimanenze, ratei e risconti a causa delle «criticità derivanti dall’implementazione del nuovo software». Non è andata molto meglio alle Asl di Bari, Foggia e Lecce che, secondo la Corte dei conti, hanno fatto «illegittimo ricorso a proroghe contrattuali ed affidamenti diretti per gli acquisti di beni e servizi». Dunque, dubbi sulla selezione del personale e appalti non eseguiti per selezionare con bandi pubblici le aziende chiamate a lavorare all’interno delle strutture sanitarie pugliesi.

La sola Asl di Foggia, invece, ha sforato il limite di spesa per le consulenze esterne e quello per le missioni del personale. C’è poi l’Asl di Bat (Barletta, Andria, Trani) che non ha contabilizzato 765mila euro di interessi di mora avendo «dimenticato» di comunicare l’elenco degli incarichi di consulenza e avendo superato il tetto di esborsi previsto per i contratti precari. Dulcis in fundo, l’Azienda sanitaria di Lecce presenta il grave problema della mobilità passiva extraregionale; in altre parole, i pazienti salentini preferiscono rivolgersi altrove, fuori Puglia, per farsi curare. Meglio spendere di più e macinare centinaia di chilometri che affidarsi a strutture sulle quali non c’è motivo di riporre troppa fiducia; d’altronde, sulla salute mica si scherza.

A fronte di questa situazione, l’assessore regionale alla Sanità, il pd Donato Pentassuglia, sta incontrando i vertici di tutte le Aziende per capire come porre rimedio alle gravi carenze segnalate. Contro il Pd però si scaglia il capogruppo Ncd, Domi Lanzillotta, che parla di «ruolo chiave del partito nella gestione complessiva della sanità pugliese» tirando così in ballo anche Michele Emiliano, candidato governatore del centrosinistra nonché segretario regionale del Pd. Le politiche sanitarie, ragiona l’opposizione, sono sempre state affidate da Vendola a uomini dem, quindi i responsabili di questo fallimento certificato dalla Corte dei conti vanno cercati anche tra loro. «Se fossi del Pd comincerei a non farmi vedere troppo in giro per l’imbarazzo» tuona il consigliere regionale di Fi Nino Marmo, cui fa eco il capogruppo fittiano Ignazio Zullo che riassume «con due immagini» i dieci anni di sanità in Regione a guida Vendola: «La prima, quella del disinfettante pagato 1.600 euro che, in realtà, ne costa 50; e l’altra dei ticket e delle tasse che, nonostante ciò, sono stati imposti a tutti i cittadini». E Vendola? Lui nell’agosto 2014 si è preoccupato, in pieno periodo di vacanze, di approvare una delibera che dava il via libera all’assunzione di 1.752 persone nella sanità pugliese tra il 2014 e 2015, per una spesa totale di circa 122 milioni di euro.

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