Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

IGNAZIO MARINO (PD): TROPPE DISPARITA’ NELLA SANITA’ ITALIANA

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 Un quadro preciso e puntuale dell’offerta territoriale delle prestazioni sanitarie. Così il Presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul SSN, Sen. Ignazio Marino ha commentato i dati dell’inchiesta condotta dai relatori di maggioranza Fabio Rizzi (Lega) e minoranza Lionello Cosentino (PD) sull’analisi comparativa dell’efficienza, della qualità  e dell’appropriatezza delle Aziende sanitarie italiane. Marino ha rilevato che, l’aver ottenuto dal Ministero della Salute i dati necessari a procedere nell’individuazione del set di indicatori e nell’identificazione di best practice e criticità  sul territorio, ha fornito alla Commissione d’inchiesta strumenti straordinari per l’attività  d’indagine.

Il senatore ha anche aggiunto che si tratta di un cambiamento culturale dal quale non si tornerà  più indietro dal momento che d’ora in poi l’intera sanità  nazionale verrà  valutata secondo set di indicatori specifici ed oggettivi e la Commissione d’inchiesta sul SSN si muoverà, nelle sue indagini e nei suoi sopralluoghi, seguendo una mappa preziosa, che verrà  presto pubblicata sul sito internet della Commissione.  “L’Italia che emerge dalla nostra inchiesta è drammaticamente tagliata in due – ha riferito Marino – ma ci sono luci ed ombre anche nelle realtà  riconosciute mediamente, e anche mediaticamente, come più virtuose. Dovrebbe far rabbrividire la situazione della Sicilia, dove su mille donne a rischio cancro alla mammella, si garantisce lo screening attraverso il servizio sanitario pubblico solo a 59. O ancora quella di Reggio Calabria, dove il 65% delle partorienti vengono sottoposte ad un taglio cesareo, quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità  considera come valore standard il 13,7%. Tuttavia, i dati che emergono non sono così scontati e per alcuni tipi di prestazioni vi sono aspetti rilevanti anche in diverse Regioni del centro-nord. Ad esempio in Veneto: un paziente con una frattura al femore viene operato nel 79% dei casi entro poche ore se a Padova, mentre a Verona l’86% dei pazienti attende 48 ore. E accade anche che in Umbria quasi il 50% dei pazienti con necessità  di accertamenti diagnostici venga ricoverata in day – hospital (mal utilizzando i letti d’ospedale) e non assistita in regime ambulatoriale. Lo stesso accade in Calabria e in Sicilia”.

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