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DIRETTORI GENERALI ASL. PER LA BOCCONI SONO “LOTTIZZATI, PRECARI E MAL PAGATI”

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 Direttori generali Asl. Per la Bocconi sono “Lottizzati, precari e mal pagati”

Ritratto impietoso in un convengo a Milano dei ricercatori della Bocconi. I nostri manager sanitari sono pagati meno dei primari, conferma Monchiero (Fiaso) e hanno poca autonomia dalla politica. Ma Russo (assessore Sicilia) ribatte: “La politica deve prendersi le sue responsabilità nelle nomine”.

20 APR – I top manager della sanità guadagnano meno dei loro dipendenti e il risultato è che sono sempre meno quelli che vogliono ricoprire questo incarico. Difficile a credersi, ma è proprio così, secondo quanto hanno denunciato oggi docenti dell’università Bocconi e confermato anche i vertici della Fiaso (Federazione italiana aziende sanitarie ospedaliere), in occasione del 2° convegno nazionale dell’Academy of Health Care management and economics (partnership avviata nel 2010 dallo Sda Bocconi e da Novartis Farma), svoltosi presso l’ateneo milanese.

“Siamo all’assurdo che i direttori generali – spiega Francesco Longo, professore associato di Economia delle aziende dell’università Bocconi – hanno contratti a progetto, dunque precari, e in media guadagnano 120mila euro lordi l’anno. I direttori amministrativi invece prendono 90mila euro l’anno lordi. In un’azienda sanitaria da 300-400 milioni non è remunerativo per loro lavorare in questo modo”. Sono invece pagati meglio, rileva l’economista, “capi dipartimento e clinici. Ecco perché c’é una fuga dalle poltrone di manager non solo verso il privato, dove le retribuzioni sono superiori anche del 50-60%, ma anche verso i ruoli dirigenziali clinici”. Anzi, come aggiunge Giovanni Monchiero, presidente della Fiaso, “i direttori generali prendono circa 30mila euro in meno dei loro capidipartimento, e i direttori sanitari circa 50mila euro meno“.

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