Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

De Leonardis: “Amarezza e preoccupazione per il nuovo piano di riordino”

Giannicola De Leonardis - Capogruppo Movimento Schittulli-Area Popolare - Regione Puglia
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Giannicola  De Leonardis - Capogruppo Movimento Schittulli-Area Popolare - Regione Puglia
Giannicola De Leonardis – Capogruppo Movimento Schittulli-Area Popolare – Regione Puglia

Nota del Presidente del Gruppo Movimento Schittulli-Area Popolare, Giannicola De Leonardis.

“Quattro anni fa la Puglia ha già vissuto l’esperienza traumatica per la collettività di un Piano di rientro dal deficit e di Riordino ospedaliero che ha avuto un impatto devastante per i rispettivi territori. Ma che tuttavia non è riuscito poi a modificare in meglio la sanità pugliese, perché le strutture chiuse hanno continuato a rappresentare un costo senza alcun ritorno, le riconversioni promesse sono rimaste tali, solo sulla carta, la medicina territoriale non è mai decollata e non si è registrato alcun intervento incisivo sul fronte della lotta agli sprechi e per eliminare la disomogeneità di prestazioni e costi tra una struttura e l’altra, tra un territorio e l’altro.

Un continuo navigare a vista che oggi ci coglie ancora una volta spiazzati dai nuovi tagli e dai criteri imposti dal DM 70/2015 e dalla Legge di Stabilità 2016 del Governo nazionale, cui sarà adesso fin troppo facile scaricare tutte le colpe e responsabilità per il nuovo Piano di riordino, la cui prima bozza è stata finalmente presentata stamane in III Commissione dal Presidente Emiliano e dal Direttore del Dipartimento Sanità Gorgoni, e che prevede la chiusura di 9 ospedali e il declassamento di numerosi altri.

Un conto ancora una volta salatissimo dovuto alla mancanza di programmazione e capacità di riorganizzazione, di verifiche e controlli (come evidenziato ripetutamente dalla Corte dei Conti e dalle inchieste della magistratura in questi anni), che continueranno a pagare i cittadini e gli operatori, e che produrrà inevitabilmente una crescita della mobilità passiva verso altre Regioni, fenomeno che andrebbe invece contenuto – vista l’incidenza sulle casse regionali – migliorando la qualità e la quantità delle prestazioni erogate sui territori. Un copione che si ripete senza sostanziali sorprese e novità, purtroppo. E non possiamo nascondere la nostra amarezza, delusione e preoccupazione per quello che potrebbe succedere”.

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