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Ddl concorrenza, 400 emendamenti. I relatori: l’esame sarà veloce

Carlo Calenda - Ministro per lo Sviluppo economico
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Carlo Calenda - Ministro per lo Sviluppo economico
Carlo Calenda – Ministro per lo Sviluppo economico

Sono circa 400 gli emendamenti al ddl concorrenza presentati alle commissioni Finanze e Attività produttive della Camera entro la scadenza di ieri. E’ quanto riferisce un lancio dell’Ansa diffuso in serata, nell’attesa che le proposte di modifica vengano fascicolate e distribuite (prevedibilmente nella giornata di oggi) ai componenti delle due commissioni. Difficile comunque che esame e votazione degli emendamenti vadano a costare la stessa fatica di due anni fa, quando in prima lettura vennero presentati a Finanze e Attività produttive più di 1.300 modifiche. Confermano al riguardo le stime dei due relatori del provvedimento, Andrea Martella e Silvia Fregolent (entrambi Pd): «Domani verificheremo la portata e le materie su cui intervengono gli emendamenti, l’idea è quella di garantire un esame approfondito ma veloce per approdare in Aula il 26 giugno, così come previsto dal calendario».

Hanno tenuto bassa la contabilità degli emendamenti le regole parlamentari (in questo terzo passaggio i deputati possono proporre interventi soltanto su quelle parti del ddl riscritte dal Senato in seconda lettura) ma probabimente anche la scelta di campo di alcune forze politiche, che ieri hanno deciso di rinunciare a proporre emendamenti per accelerare la marcia del testo verso il traguardo. E’ il caso, per esempio, di Alternativa popolare: «Come tutte le leggi» spiega Maurizio Lupi, presidente dei deputati di Ap «anche questo è un provvedimento perfettibile, ma è importante approvarlo perché’ fissa criteri pienamente condivisibili per una attuazione della libertà di mercato che le imprese, soprattutto le piccole e medie, e i consumatori aspettano da tempo: riaprire la discussione vuol dire affossare il testo». Sulla stessa linea anche Andrea Mazziotti, presidente della commissione Affari costituzionali di Montecitorio e deputato di Civici e innovatori: «Rivolgo un appello ai leader dei principali partiti della maggioranza, Matteo Renzi e Angelino Alfano, perché chiedano ai rispettivi gruppi parlamentari di non presentare alcun emendamento» aveva dichiarato in mattinata «e speriamo poi che, una volta in aula il provvedimento, il 26 giugno, il Governo ponga la fiducia. Questa legge va chiusa rapidamente e non solo per gli impegni presi con l’Europa nel Piano nazionale riforme». D’accordo la collega di partito Adriana Galgano: «Pur ritenendo il ddl insufficiente sotto molti punti di vista, soprattutto nelle norme relative alle farmacie» ha detto «non ho presentato perché il testo deve essere approvato il prima possibile. Resta il nodo della mancata liberalizzazione dei farmaci di fascia C, ma perché questi e altri provvedimenti vengano introdotti, è evidente la necessità che il ddl acquisti cadenza annuale».

Inviti al Governo perché metta la fiducia sono giunti ieri da diversi altri esponenti di Ap: «Da anni ormai il Parlamento discute del ddl concorrenza» ha ricordato il capogruppo in commissione Bilancio, Paolo Tancredi «molti continuano a riempirsi la bocca sull’urgenza e l’improcrastinabilità di queste misure, perché il governo non pone la fiducia?». «Un anno fa abbiamo garantito all’Ue l’approvazione del ddl concorrenza e ancora oggi la tentazione che circola in una certa parte politica è di affossare il testo» ha rincarato Raffaello Vignali, responsabile Sviluppo economico di Ap «è ora di dare un segnale concreto alle imprese: per questo chiediamo al Governo di porre la fiducia sul testo del ddl già approvato in Senato. Ne va della nostra credibilità con il mondo delle imprese e della credibilità dell’Italia in Europa».

Al fronte dei politici che sul ddl concorrenza vorrebbero chiudere la partita con il terzo passaggio alla Camera, infine, si è aggiunto da sabato il viceministro dell’Economia Enrico Morando (Pd): in trasferta a Rapallo per partecipare al Convegno giovani imprenditori di Confindustria, Morando ha detto che «sulla legge bisogna mettere la fiducia, per farla approvare così com’è, e magari presentare immediatamente un nuovo testo da concludere entro la prossima primavera, cioè facendo finalmente quello che è previsto dalla normativa in vigore da tanti anni». La discussione degli emendamenti davanti alle commissioni comincerà la prossima settimana. (AS)

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