Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

D’Ambrosio Lettieri, Renzi e Padoan dicano chiaramente cosa vogliono fare del nostro Ssn

Luigi DAmbrosio Lettieri - Conservatori e Riformisti componente commissione sanità - Senato della Repubblica
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Luigi DAmbrosio Lettieri - Conservatori e Riformisti componente commissione sanità - Senato della Repubblica
Luigi DAmbrosio Lettieri – Conservatori e Riformisti componente commissione sanità – Senato della Repubblica

Renzi e Padoan non possono nascondersi dietro artifizi lessicali. Dicano chiaramente cosa vogliono fare del nostro Ssn. Che si debba e si possa spendere meglio per rendere più efficienti i servizi sanitari e ottimizzare le risorse offrendo livelli essenziali di assistenza degni di questo nome ai cittadini, non vi è dubbio. Ma che si possa spendere meno, se si vogliono assicurare i Lea, anticipando di fatto ulteriori tagli lineari al fondo sanitario nazionale già ampiamente saccheggiato, proprio non si può sentire. Il nostro Fsn, considerando i dati Ocse 2015 e riferiti al 2013, risulta sotto-finanziato rispetto alla media di tutti i paesi europei ed anche alla media Ocse. Il differenziale negativo raggiunge i 30 miliardi di euro se il confronto è fatto con Francia e Germania”. Così in una nota il senatore Luigi d’Ambrosio Lettieri (Cri), ha commentato le notizie riguardanti i possibili tagli alla sanità della prossima legge di stabilità.

“Il ministro Lorenzin farebbe bene a non fidarsi troppo delle parole a doppio senso del presidente Renzi e poi del ministro Padoan. Non era un caso se nel Patto della Salute sancito con le Regioni le cifre per il Fondo sanitario erano state fissate in 112 miliardi per il 2015 e 115,4 mld per il 2016. Queste risorse erano destinate proprio all’attuazione di una nuova governance che puntasse alla qualità della spesa, all’appropriatezza delle prestazioni e al potenziamento della sanità territoriale e degli organici per migliorare i servizi e renderli omogenei sul territorio nazionale, laddove invece regnano troppe disparità, anche nell’accesso ai farmaci, con particolare riferimento a quelli innovativi. E ho sempre ritenuto – non certamente in solitaria – come deleterio il taglio di 2,3 milioni di euro previsto nel Dl Enti locali che ha assorbito l’intesa Stato-Regioni, per cui il fondo per il 2015 è sceso a 109,7 mld, mentre quello del 2016 a 113,1 mld. Una cifra, quest’ultima, che alla luce delle sortite del presidente del Consiglio, sembra fortemente a rischio. Cittadini e operatori sanitari non possono sostenere ancora a lungo una situazione paradossale, in cui aumentano tasse e responsabilità e diminuiscono servizi e qualità del lavoro, mentre le aziende che operano nel settore devono fare i conti con normative farraginose, tetti di spesa incongruenti, ritardi nei pagamenti”.

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