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Consiglio di Stato, gare: commissioni interne per gli appalti sottosoglia

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Aforp bis 29.04.2016

No all’obbligo di nominare un presidente esterno nelle commissioni di gara per gli appalti sotto la soglia comunitaria o di «minore complessità». Anche se indirizzata a garantire maggiore trasparenza nelle assegnazione degli appalti, il Consiglio di Stato boccia l’indicazione Anac secondo cui, anche negli appalti di lavori sotto i 5,2 milioni (209mila euro per i servizi) il presidente della commissione aggiudicatrice deve essere sempre un esperto indipendente dalla stazione appaltante. Per Palazzo Spada questa indicazione «si pone in contrasto» con il nuovo codice degli appalti che impone commissioni esterne solo per gli appalti di rilevanza comunitaria. Per questo, si legge nel comunicato che accompagna il parere, «deve essere espunta dal testo».

Il parere del Consiglio di Stato
Proprio perché riguarda un punto che ha sollevato molte obiezioni tra le Pa, è questa l’indicazione più importante del parere che una commissione speciale di Palazzo Spada ha rilasciato sulle linee guida Anac relative alla nomina delle commissioni giudicatrici.
Con il parere, il Consiglio di Stato boccia anche la scelta Anac di ricomprendere anche la valutazione delle offerte anomale tra i compiti della commissione e l’indicazione secondo cui i commissari interni alla Pa possono essere nominati soltanto se tra i dipendenti dell’amministrazione esiste un numero di iscritti all’albo tale da escludere la possibilità di individuarne in anticipo il nome. D’altro canto Palazzo Spada riconosce alle linee guida sui commissari lo status di indirizzi «vincolanti», approvando la scelta di rendere obbligatoria l’iscrizione all’albo anche per i dipendenti della Pa candidati al ruolo di commissari. Anzi qui l’indicazione è di separare l’albo in una sezione dedicata ai membri interni alle amministrazioni e in un’altra destinata agli esperti esterni.

 

Il nodo della copertura assicurativa
Il Consiglio di stato chiede poi all’Anac di precisare meglio l’oggetto delle copertura assicurativa richiesta ai commissari, ma boccia l’obiezione, sollevata da diverse grandi amministrazioni, secondo cui la nomina di commissari esterni finirebbe per «deresponzabilizzare le stazioni appaltanti, incidendo sui tempi e sulla stessa efficienza nella gestione delle procedure di gara». Per Palazzo Spada il fatto che i commissari siano nominati da un albo esterno non produce alcun effetto «sul sistema di attività e responsabilità dei componenti della commissione giudicatrice».
Tra i suggerimenti finali arriva poi quello di obbligare le stazioni appaltanti a rendere pubblici i compensi dei singoli commissari e il «costo complessivo» della procedura di nomina.

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