Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

Chiarelli, il payback è una follia amministrativa nei confronti delle Piccole e Medie Imprese

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Vivilasanità – A colloquio con Giuseppe Chiarelli – Direttore regionale – Confcommercio Imprese per l’Italia – Puglia

 

Con AFORP strumenti comuni per dare più forza all’azione sindacale

 

Il payback è una follia amministrativa nei confronti delle Piccole e Medie Imprese

Giuseppe Chiarelli vanta una lunga esperienza nel mondo della Confcommercio, per la quale svolge tuttora le funzioni di Direttore regionale per la Puglia. Laureato in Economia e Commercio ha operato a lungo anche presso la sede di Roma della Confcommercio, occupandosi di assistenza tecnica alle imprese del terziario.

 

Perché Confcommercio Puglia è entrata nel comparto sanità?

“Confcommercio è entrata nel comparto sanità perché le imprese ce lo hanno chiesto. Le impese hanno verificato che i valori che esprime Confcommercio, per la tutela della piccola e media impresa, sono gli stessi valori che identificano i piccoli imprenditori. Si sono identificati in quei valori e nel nostro sistema di rappresentanza. Siamo entrati nel comparto sanità perché c’è stata una spinta dal basso, dalle imprese che hanno riconosciuto in Confcommercio un’associazione che tutela i diritti delle piccole e medie imprese di tutti i comparti e anche del comparto sanità. Questa tutela può essere esercitata nei confronti delle imprese del settore sanità”.

 

 

 

Per Confcommercio inizia una nuova sfida, un lavoro in più e una nuova esperienza sindacale.

“E’ l’applicazione della nostra esperienza nella tutela delle imprese. Tutto questo ci stimola, perché ci si chiede di approfondire temi nuovi e specifici, ma la tutela delle piccole e medie imprese resta il nostro punto cardinale, il nostro primo obiettivo, è la nostra mission. E’ una ricaduta naturale in quanto il tessuto produttivo dell’economia pugliese si basa sulle Piccole e Medie Imprese. Non è una scelta del piccolo contro il grande, ma riguarda la difesa del tessuto economico locale”

 

 

La prima difesa di rappresentanza sindacale ha riguardato i laboratori di analisi. A che punto siete?

“Sul tema della riorganizzazione dei laboratori c’è una legge regionale che riconosceva organizzativamente le reti come soggetto erogatore di servizi. L’art. 23 della legge di bilancio della Regione Puglia è stato impugnato dalla Corte Costituzionale. In consiglio regionale c’è un disegno di legge con un emendamento che stralcia l’art. 23 e tutti gli atti conseguenti, così da evitare che ci sia un giudizio da parte della Corte Costituzionale. Così si ritornerebbe alla situazione pregressa. In consiglio regionale è venuto a mancare il numero legale per cui non si è arrivati alla votazione di questo emendamento, che speriamo che venga approvato dal Consiglio in una prossima seduta. Noi comunque faremo ricorso contro la determina dirigenziale n.47, che introduceva il cronoprogramma e indicava alle Asl di fare un contratto con clausola rescissoria”.

 

Come vi siete strutturati?

“I singoli laboratori sono inseriti all’interno delle singole realtà provinciali e si è poi costituita l’organizzazione regionale”.

 

Quanti sono i laboratori vostri associati?

“Fanno parte 57 laboratori distribuiti su tutto il territorio regionale”.

 

All’interno di Confcommercio avete costituito il comparto sanità con una organizzazione che prevede due settori: Laboratori e forniture ospedaliere con le piccole e medie imprese protagoniste.

“Noi abbiamo fatto richiesta di riconoscimento al Tavolo tecnico regionale come categoria di rappresentanza e la regione ci ha riconosciuto la rappresentanza e noi siamo il primo sindacato in termini di associati della Regione Puglia come Confcommercio per quanto riguarda i laboratori di analisi”.

 

A che punto è invece la collaborazione tra Confcommercio Puglia ed AFORP?

“Siamo in una fase molto avanzata del dialogo interassociativo. Abbiamo gli stessi valori, gli stessi principi. Dobbiamo solamente coordinarci e identificarci con strumenti comuni per dare più forza all’azione sindacale”.

 

Cosa pensa del payback dispositivi medici?

“Sul payback ho un’idea chiara: è una follia amministrativa nei confronti del sistema delle Piccole e Medie Imprese. La Pubblica Amministrazione ha chiesto alle imprese pagamenti non dovuti, come fosse un maltolto da parte delle stesse imprese nei confronti delle regioni, per aver erogato dei beni e dei servizi nel rispetto dei contratti. Ci sembra un modo decisamente fuori da qualunque regola della convivenza civile e del rapporto tra Stato e imprese. In caso di rapporti tra privati, il codice civile e commerciale non permetterebbe mai a nessun cliente di cambiare unilateralmente, a proprio favore, un contratto già stipulato”.

 

Come potrà finire questa criticità?

“Ci auguriamo che si esca dalla criticità del payback con il buon senso e con l’applicazione dei dettami generali del diritto. Non riteniamo che si possa continuare con questa enorme ingiustizia, che avrebbe una ricaduta grave sul sistema delle imprese. Se fosse solamente un’ingiustizia sarebbe meno grave, il problema è che questa ingiustizia mette a rischio il sistema di imprese. Non vorrei che ci fosse un disegno generale del sistema della sanità, lo avvertiamo da alcuni segnali, come il bando di gara miliardario della Regione Puglia, che poi ha dovuto ritirare, la vicenda della riorganizzazione dei laboratori, il tema delle tariffe. Non vorremmo che dietro tutto questo non si celi un disegno più grande, molto lobbistico, di sistemi finanziari o sistemi di impresa. Di maldestra appropriazione da parte di tutto il mercato della sanità nell’interazione tra pubblico e privato, di concentrazione in poche mani e mani non nazionali”.

 

La sua analisi ci porta a dire che tagliando i laboratori disseminati su tutto il territorio regionale e tagliando con il payback il sistema delle Piccole e Medie Imprese del sistema delle forniture, si farebbe terra bruciata della Piccola e Media Impresa territoriale? In tutto queste intravede un maldestro e incauto disegno?

“Certo! Tutte le piccole e medie imprese che sono in quasi totalità imprese pugliesi che lavorano nel comparto sanità”.

 

 

Voi entrate nel comparto sanità forse nel momento più critico che attraversano le Piccole e Medie Imprese. Addirittura persino con uno sciopero storico che si è svolto, nelle scorse settimane a Roma. E’ solo una coincidenza?

“La cultura associativa delle imprese del Mezzogiorno porti le stesse imprese a svegliarsi soltanto quando ci sono gravi criticità. Ben venga se questo significa accorgersi che i valori associativi sono utili e facciano parte integrante del sistema delle stesse imprese”.

 

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