TROPPE ASPIRINE E ANTIBIOTICI:SPESA FARAMACEUTICA SFONDA IL MILIARDO DI EURO

 

 BARI — Troppe aspirine e antibiotici e un eccessivo uso di farmaci contro l’ulcera, il diabete, l’ipertensione. Se in Puglia la spesa farmaceutica nel 2009 è lievitata del 4,2 per cento rispetto all’anno precedente, sfondando il tetto del miliardo di euro (non accadeva      dal 2006),   la    colpa è    anche dell’aumento sproporzionato delle prescrizioni di alcune tipologie di medicinali.

Stando ai dati di Federfarma, nella lista dei 10 principi attivi più prescritti dai medici c’è l’omeprazolo, utile per la cura dell’ulcera. Si tratta di un inibitore di pompa che dal 2008 al 2009 ha visto un consistente aumento delle scatole vendute: più 72,17 per cento. Anche il pantoprazolo sodico, altro principio attivo utilizzato contro l’ulcera, è andato a ruba: più 43,65 per cento nel giro di un anno. E poi c’è l’acido acetilsalicilico, in parole povere la semplice aspirina: più 10,41 per cento. Anche il numero di confenzioni di penicillina prescritte è lievitato di molto, del 9,88 per cento per la precisione. E poi c’è il metofrminacloridrato (più 15,97 per cento) utilizzato contro il diabete. Il lansoprazolo, un inibitore di pompa impiegato per combattere sempre l’ulcera, è il principio attivo che più incide sulla spesa del sistema sanitario pugliese. L’incidenza è del 2,76 per cento, nel 2009 le confezioni prescritte sono lievitate del 5,31 per cento.

Ma quale sono le patologie che più pesano sulla spesa sanitaria regionale? Sempre secondo Federfarma, la cura della malattie del sistema cardiovascolare hanno una incidenza maggiore (34,59 per cento). A seguire le patologie all’apparato gastrointestinale (14,09 per cento), al sistema respiratorio (8,84 per cento), al sistema nervoso (8,73 per cento), al sangue (7,39 per cento) e al sistema muscoloscheletrico (5,36 per cento). Nel 2009 la Regione Puglia ha speso poco più di un miliardo per i farmaci, dal 2006 non veniva abbattuto questo tetto. Nel 2007 e nel 2008, soprattutto grazie ai provvedimenti decisi dall’assessorato alla Sanità, la Puglia era riuscita a contenere e anzi diminuire la propria spesa farmaceutica. Nel 2009 c’è stata una preoccupante ripresa che ha fatto segnare un più 4,2 per cento rispetto all’anno precedente, l’incrementopiù alto registrato in Italia. Nel primo trimestre del 2010 l’ascesa non si è arrestata, anzi si registra più 2,2 per cento. Il trend è in controtendenza rispetto al resto del Paese, dove nel primo trimestre dell’anno si è registrata una riduzione pari all’1,2 per cento. Quiindi, le misure adottate oltre due anni fa per ridurre i costi cominciano a non sortire più effetto. Nel 2009, secondo i dati ufficiali forniti da Federfarma, le ricette firmate dai medici hanno sfiorato il più 6 per cento.

«L’aumento del numero delle ricette — spiegano da Federfarma — costante ormai da alcuni anni, può essere probabilmente correlato, tra l’altro, al calo del numero dei ricoveri, diminuiti nel 2008 dell’1,7 per cento, in conseguenza della tendenza alla riduzione dei posti letto e di un maggior ricorso all’assistenza farmaceutica territoriale». Dando uno sguardo alle tabelle di Federfarma si nota il divario tra la Puglia e il resto del Paese. La differenza è ragguardevole soprattutto con le altre regioni del Mezzogiorno. Il calo di spesa nel primo trimestre 2010 è particolarmente evidente in Calabria (-11,5 per cento), in Molise (-8,9 per cento), in Abruzzo (-5,7 per cento), in Liguria (-5,2 per cento), Marche (4,7 per cento) e Basilicata (-4,3 per cento). Calabria, Molise e Abruzzo sono regioni interessate da piani di rientro dal deficit, che hanno adottato misure di contenimento della spesa molto drastiche, quali l’introduzione o l’aumento del ticket e il potenziamento della distribuzione di medicinali acquistati dalle Asl direttamente agli assistiti oppure tramite le farmacie convenzionate sulla base di specifici accordi.