Terza dose. Sale al 18,5% la percentuale degli operatori sanitari che hanno ricevuto il richiamo

 

4 novembre – (QS) – La settimana scorsa era il 13%. Il dato fornito dalla Fiaso che sottolinea che le Aziende sanitarie sono impegnate al massimo nella somministrazione di dosi addizionali per i fragili e di richiami per gli operatori sanitari che sono stati i primi a ricevere il vaccino ormai 10 mesi fa, ma si tratta di persone che hanno già una protezione immunitaria che va rafforzata.

La terza dose di vaccino anti Covid è stata finora somministrata al 18,5% degli operatori sanitari in servizio negli ospedali e nelle strutture sanitarie. Il dato lo ha fornito oggi Fiaso. La settimana scorsa la percentuale era del 13%.

Su un milione e mezzo di dosi booster somministrate in tutta Italia, secondo l’analisi condotta da Fiaso sugli open data messi a disposizione dalla struttura del Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, sono 258.633 i soggetti vaccinati con la dose booster nella fascia di età tra 20 e 60 anni (erano circa 170 mila una settimana fa) che rappresentano per lo più la platea di operatori sanitari, in tutto 1 milione 400mila unità, a cui è destinato il richiamo vaccinale.

“Le Aziende sono impegnate al massimo nella somministrazione di dosi addizionali per i fragili e di richiami per gli operatori sanitari che sono stati i primi a ricevere il vaccino ormai 10 mesi fa, ma si tratta di persone che hanno già una protezione immunitaria che va rafforzata – commenta Giovanni Migliore, presidente di Fiaso -. Preoccupa di più, invece, il numero di non vaccinati, in particolare i 2,7 milioni di over 50 che non ha ricevuto alcuna dose.

 

Sono i soggetti più a rischio di sviluppare la malattia da Covid e di finire in ospedale: da questo punto di vista l’aumento dei ricoveri, quasi tutti non vaccinati e di età avanzata come ci spiegano dai nostri reparti, è indicativo. Occorre lavorare ancora per convincere gli ultimi indecisi o scettici a vaccinarsi”.