SPESA, DALLA CORTE DEI CONTI ALTRA TIRATA D'ORECCHIE A REGIONI

 Spesa, dalla Corte dei conti altra tirata d’orecchie a Regioni

Già il nostro Paese spende per la Sanità meno degli altri (in proporzione al Pil). Se poi da questi risicati stanziamenti le Regioni distraggono risorse che finiscono in altre voci di bilancio, allora è ovvio che poi la coperta si fa corta. Eppure è proprio questo che succede a leggere l’ultima relazione della Corte dei conti sulla gestione finanziaria dei governi regionali, di cui il Sole 24 Ore Sanità offre ampie anticipazioni. Nel documento non mancano le note positive: patti per la salute, monitoraggi e piani di rientro stanno riuscendo – negli anni e non senza fatica – a contenere i disavanzi sulla spesa sanitaria, che comunque rappresenta il 77% della spesa corrente delle Regioni. Ma lascia perplessi la crescente tendenza di diverse amministrazioni di “dirottare” fondi dalla Sanità ad altre voci di spesa.

La Corte dei conti fa qualche esempio che lascia il segno: il Piemonte per cominciare, dove si registrarono ritardi nei rimborsi alle farmacie da parte di diverse Asl tra l’autunno e l’inverno del 2012, ha cancellato dal bilancio 900 milioni destinati proprio alle aziende sanitarie; il Molise ha tolto 19 milioni al Servizio sanitario regionale per coprire le rate di un mutuo trentennale con l’Economia.
Risultato? Per i magistrati contabili, le politiche di contenimento avrebbero dato risultati migliori. Anche se quelli che si registrano sono già interessanti: nel 2012 la spesa consuntiva si è rivelata di circa 2,7 miliardi alle previsioni ed è in calo (in valori assoluti) da due anni dopo incrementi medi del 2,7% nel periodo 2007-2010.

Il rovescio della medaglia, però, è dato dalla fonte dei risparmi di cui tali cifre sono il sunto: la farmaceutica convenzionata è quella che registra il calo maggiore, -24% dal 2000 al 2012; la spesa per il personale invece è cresciuta del 29% nello stesso periodo e quella per beni e servizi (dove, come si sa, grava la spesa per diretta e ospedaliera) del 62%. Sono cifre da intagliare nel legno del tavolo al quale stato e regioni stanno discutendo del nuovo patto per la salute.