Sanità, Romano “E’ il momento di passare dalle parole ai fatti”

Pino Romano – Presidente Commissione Sanità – Regione Puglia

Dichiarazione del Consigliere regionale del PD, Pino Romano presidente della III Commissione consiliare (sanità).
“I bisogni dei nostri concittadini, le esigenze di migliaia di operatori che chiedono più attenzione e organizzazione, le politiche di bilancio che condizioneranno sempre di più le nostre scelte, ci obbligano a tenere insieme le fila di una politica sanitaria coerente, che scommetta sulla qualità delle cure e sull’efficacia del sistema. Un compito che può essere assolto solo da una squadra che abbia al suo interno un equilibrio tra competenze tecniche e capacità politiche, con la voglia di innovare cercando di non scaricare i costi della necessaria riorganizzazione sui più indifesi: le persone che affollano sale d’attesa, ambulatori e ospedali della Puglia.

I dati del ministero della salute, anche se da valutare con prudenza, indicano una persistente difficoltà del sistema sanitario pugliese. Gli anni appena trascorsi sono stati duri. Il Piano di rientro ha imposto una serie di tagli radicali che hanno avuto un impatto negativo sulla qualità dei servizi erogati. E tanti cittadini, nell’urgenza di fare visite ed esami o di sottoporsi a interventi chirurgici, hanno ‘scelto’ di curarsi a pagamento oppure di non curarsi affatto. Per questo sono molto preoccupato, anzi spaventato dall’eventualità paventata del ministro Lorenzin, di una riedizione (sperimentata gli anni ’90) della centralizzazione della spesa sanitaria, in capo al governo, che porterà a tagli lineari e ingiustificati.
Per definire un modello sanitario aderente alla domanda di salute e di assistenza che ci viene rivolta, bisogna ripartire dalla qualità delle prestazioni fornite ai pugliesi in un quadro che tenga conto delle specificità di ogni territorio: Bari non è Taranto o Brindisi. Ma soprattutto occorre rispondere a domande come queste: dopo la chiusura di 18 ospedali e la cancellazione di oltre 1.500 posti letto, ci sono ancora doppioni, strutture inadeguate e addirittura pericolose? E ulteriori tagli nella rete ospedaliera sono compatibili con il diritto alla salute dei pugliesi? O si accentueranno disservizi legati alla congestione dei pochi poli di eccellenza rischiando, in assenza di un’adeguata rete di servizi territoriali, di lasciare il paziente in balia degli eventi?

E’ fuori discussione che, partendo dalle singole specificità, bisogna rafforzare l’attività degli ambulatori, dei laboratori e dei centri diagnostici distrettuali. Nello stesso tempo, però, occorre creare le alternative ai ricoveri ospedalieri. E attuare disposizioni di legge approvate da anni. La Puglia sta faticosamente cercando di tenere il passo con le altre regioni, ma ancora non ci siamo. Nell’ormai lontano 2010, il Consiglio regionale approvò una norma (articolo 41 della legge 4/2010) che portava il fabbisogno regionale a 8,5 posti letto ogni 10 mila abitanti, rispetto ai 7 attualmente in vigore. Allora mi domando: con il bilancio 2016 saremo in grado di stanziare le risorse necessarie per dare attuazione, seppure con colpevole ritardo, a una legge approvata cinque anni fa?
Quanto alla rete delle infrastrutture sociali, dubito che debba essere ulteriormente potenziata. A meno che si dimostri che tutte quelle finanziate con il programma 2007-2013 siano attive. Siccome così non è, e le risorse non sono infinite, è utile una riflessione attenta su come si è speso e su come si intende spendere con la programmazione 2014-2020. Solo nella provincia di Lecce, in base ai dati dell’assessorato, sono stati erogati oltre 41 milioni di euro per finanziare 87 infrastrutture: una cifra enorme. Ed è facile fare i conti allargando lo sguardo a tutta la regione. Ma qual è stato il ritorno in termini di migliore assistenza per le categorie più fragili? Quante di queste strutture sono funzionanti e ospitano anziani, minori o disabili?

Siamo tutti chiamati a svolgere un ruolo attivo per realizzare gli obiettivi indicati dal presidente Emiliano per la sanità e i servizi sociali della nostra regione. E con il contributo di tutti sono certo che ce la faremo, passando dalle parole ai fatti concreti”.

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