SANITA’, IL MINISTRO SACCONI ACCUSA: SPRECHI ANCHE IN VENETO

 

Ci sono il Lazio, la Calabria, e va bene. Però pure nel Veneto virtuoso e dell’eccellenza si potrebbe dare una stretta ai rubinetti della sanità, riducendo qualche spreco e migliorando l’efficienza dei servizi. Lo dice il ministro del Welfare Maurizio Sacconi, salito a Cortina per la festa del Pdl, e lo dice tabelle alla mano, indicando «buoni e cattivi», perché, spiega, «sarà questa la sfida del Veneto nei prossimi anni». Nelle tabelle finite sulla scrivania di Sacconi si legge nero su bianco che il costo medio pro capite nell’Usl dell’Alta Padovana è di 1.474 euro, mentre nelle due Usl bellunesi si viaggia a ben 1.939 euro a testa (Belluno) e 1.767 euro (Feltre). «In questi casi bisogna tener conto delle specificità territoriali, la montagna di sicuro rende più complicata l’erogazione del servizio – avverte Sacconi – ma è certo che anche qui esistano ampi margini di miglioramento ». Di sicuro la montagna non c’è in Polesine, dove le Usl di Rovigo e di Adria spendono quanto e più di quelle bellunesi oppure nella Usl di Vicenza (1.718 euro di spesa pro capite) o in quella Veneziana, che sta in cima alla classifica delle aziende spendaccione con 2.111 euro.  

«E’ giusto applicare la logica dei costi standard al Sud – chiosa Sacconi -ma non possiamo esimerci dal fare lo stesso all’interno della nostra regione, è una questione di responsabilità». Belluno, oltre che un costo pro capite fuori media, lamenta anche un alto tasso di «ricoveri inappropriati» (sono il 3,3% del totale) e pure in questo caso sul podio della lista nera si leggono due Usl della laguna: la Veneziana e quella del Veneto Orientale, con il 3,2%. Per inciso: l’azienda veneziana è anche quella che piglia più soldi di tutti, 1.919 euro per ogni residente contro, tanto per fare un esempio, i 1.358 assegnati all’Usl di Asolo. La provincia di Verona, com’è noto, è nel mirino per l’alto numero di presidi ospedalieri sparsi qua e là, ben 22 tra strutture pubbliche e private. «Una situazione insostenibile – attacca Sacconi – specie se si considera che la provincia di Treviso, con appena 40 mila abitanti in meno, ne conta soltanto 11, la metà». Il ministro chiude intervenendo sul nuovo ospedale di Padova, che la giunta Galan aveva messo in previsione con uno studio di fattibilità da 1,7 miliardi di euro e che ora la giunta Zaia vuole stoppare, preferendo virare verso l’ampliamento dell’ospedale esistente: «Credo che il nuovo ospedale di Padova sia un progetto sacrosanto, che merita di andare fino in fondo. Si tratta di realizzare il punto di eccellenza del sistema sanitario veneto, un “hub” della medicina in grado di avere rilevanza non solo regionale, ma anche fuori dai confini del Veneto».