ROLLO,DIRETTORE GENERALE ASL BR: “DOBBIAMO FARE I CONTI CON I TAGLI E I VINCOLI DI SPESA”

 

 “Chi non vorrebbe un’ondata di nuove assunzioni? Ma la verità è che da tempo dobbiamo fare i conti con i tagli e i vincoli di spesa, e onestamente in questo momento mi preme molto di più difendere i lavoratori precari, facendo il possibile per arrivare ad una Stabilizzazione”. Il direttore generale dell’Asl Br/1 Rodolfo Rollo risponde così al grido d’allarme lanciato dalla Cgil a proposito della carenza di personale. Una situazione che il segretario sindacale Antonio Macchia aveva definito di emergenza, tanto da indurre l’
organizzazione a proclamare lo stato di agitazione del personale. Troppo gravosa sarebbe diventata, denunciava la Cgil, la richiesta di lavoro a carico di medici e infermieri, e con l’approssimarsi delle ferie estive il rischio è che ad andarci di mezzo sia la salute degli stessi pazienti.

Rollo ammette il problema, ma fa presente come l’Azienda Sanitaria Locale non possa in alcun modo prescindere dai tagli imposti dal legislatore. “Vige ancora l’obbligo di riduzione dell’1,4% sul personale rispetto al personale – spiega – ma il vero problema riguarda l’assenza di turnover. Detto questo, è chiaro che il problema si ripresenta inevitabilmente nel periodo estivo, quando nell’organizzazione del lavoro bisogna prevedere giustamente anche le ferie di chi opera per l’Asl. Come si fa a non volere nuove assunzioni? Ma non possiamo per i vincoli di spesa che ci vengono imposti, e in ogni caso c’è anche da pensare alla stabilizzazione del personale precario”.

Ma se è vero che il problema sanità tocca un po’ tutto il territorio nazionale, perché Brindisi sembra risentirne maggiormente? “Perché – risponde Rollo – ci sono poche cliniche private o ospedali ecclesiastici. Tutto è delegato al pubblico, ecco perché gli effetti di una manovra economica sul settore possono essere di forte impatto”.

Intanto, sull’argomento sanità intervengono con una nota congiunta anche i consiglieri comunali del centrosinistra di Ceglie Pietro Federico, Donato Gianfreda, Nicola Trinchera e Tommaso Argentiero. “Gli ultimi provvedimenti, approvati dal governo centrale, in materia finanziaria costringeranno le regioni e i comuni ad operare tagli sui servizi essenziali. La sanità sarà uno dei settori che subirà maggiormente gli effetti devastanti di questa sciagurata politica. Noi siamo fortemente contrari ed esprimiamo forte preoccupazione, in particolare relativamente all’ipotesi della chiusura dell’area chirurgica e della soppressione dei posti letto di psichiatria.

Il Piano Attuativo Locale, approvato all’unanimità dalla Conferenza dei sindaci della Provincia di Brindisi appena un anno fa, prevedeva invece la stabilizzazione ed il rilancio degli Ospedali di primo livello (come quello di Ceglie), confermando i reparti storicamente operativi (come psichiatria) e il potenziamento dell’area chirurgica, senza la quale (a detta degli stessi direttori generali dell’Asl Brindisi, come risulta dagli atti delle riunioni del Consiglio Comunale) non si potrebbero assicurare i livelli essenziali di assistenza ospedaliera già nelle attività di primo soccorso, né si potrebbe prefigurare una proficua integrazione fra l’area chirurgica e l’area di medicina generale e,  soprattutto, si rischierebbe di rendere una chimera l’ipotesi di trasformare l’Ospedale Civile di Ceglie in centro di alta specializzazione riabilitativa in collaborazione con il eurolesi-motulesi.

Se qualcuno pensa che l’ospedale di Ceglie Messapica possa essere ridotto ad un semplice cronicario (oggi chiamato, con beffarda espressione, “Casa della salute”) sappia che troverà l’opposizione ferma e decisa non solo dei consiglieri comunali di centrosinistra, ma di quanti, nella cittadinanza, hanno lottato da anni, al di là delle barriere ideologiche e politiche, per affermare il sacrosanto diritto alla salute senza distinzione fra cittadini e territori di serie A e serie B”.