Ristorazione ospedaliera, Borraccino: “Servizi da internalizzare non privatizzare!”

 

 

 

Nota del Consigliere regionale di Sinistra Italiana, Mino Borraccino.

“Seguo con attenzione la vertenza che sta interessando i lavoratori della ristorazione sanitaria degli ospedali pugliesi. Assente ieri per un’importante riunione della segreteria regionale del mio partito sul bilancio di previsione che oggi va in Consiglio regionale, ribadisco il mio impegno a sostegno di questo problema, che col collega Perrini stiamo seguendo da mesi, per il quale ho presentato il 24 ottobre scorso un’interrogazione al Consiglio regionale.

Continueremo a sostenere questi lavoratori, per una giusta causa che coinvolge anche noi tutti cittadini. Non condividiamo la gara per la ristorazione ospedaliera, che con Innova Puglia, la Regione intende affidare ad un’unica ditta, perché è inaccettabile e inaudito prevedere la chiusura delle cucine interne degli ospedali, anche recentemente ristrutturate come è il caso di quelle degli ospedali della provincia di Taranto (Taranto, Grottaglie, Castellaneta e Martina Franca), che garantiscono la qualità dei cibi, cotti al momento, che non è certo un optional.

Non è possibile considerare di utilizzare centri cottura posti anche a diversi chilometri di distanza dagli ospedali, e far giungere, ai pazienti ricoverati per problemi di salute, pasti preparati con cibi surgelati con la tecnica del cookchill.

A noi di Sinistra Italiana preme il futuro dei 1500 dipendenti dei centri cottura delle ASL pugliesi, lavoratori del posto che prestano il loro servizio con dedizione da anni negli ospedali. A noi preme sostenere un servizio di qualità agli assistiti dei nostri ospedali, che proprio in condizioni di ricovero, hanno diritto a pasti preparati in loco.

A noi preme tutelare anche le casse regionali, poiché parliamo di soldi pubblici che verrebbero sprecati in più scegliendo servizi centralizzati che hanno anche dei costi di imballaggio, di trasporto, di danno ecologico, che farebbero risultare la scelta antieconomica.

Serve invece internalizzare questi lavoratori, continuare a utilizzare le cucine appena ristrutturate degli ospedali e ristrutturare quelle non idonee, non chiuderle e affidare ai privati anche questi servizi”.

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