Puglia, la Giunta approva Piano di Riordino definitivo

(Gazzetta del Mezzogiorno – Massimiliano Scagliarini) –  Il salvataggio (già noto) della Neurochirurgia del «Di Venere» di Bari, l’ok alla creazione di un’azienda ospedaliera autonoma per il Giovanni XXIII e del polo oncologico nell’Irccs Giovanni Paolo II. Ma anche una nuova scansione temporale per le riconversioni di Grottaglie e Casarano, che – per il momento – non chiuderanno. Michele Emiliano ha portato in giunta ieri la versione definitiva del Piano di riordino ospedaliero e chiude la partita: da oggi il regolamento passa alla fase applicativa, anche per dare concretezza agli accordi presi in sede ministeriale.

Il capo del dipartimento Salute, Giancarlo Ruscitti, ha lavorato per correggere gli errori e per addolcire l’approccio su alcune tematiche particolarmente sensibili. L’ossatura del piano non cambia, ma i segnali forti sono almeno due. Uno riguarda la sanità privata, che oltre a rinunciare a circa 150 posti letto dovrà impegnarsi – ci saranno tavoli di trattativa con le singole aziende – alla riconversione verso l’alta complessità (meno fratture, più chirurgie). Un altro riguarda, appunto, le riconversioni degli ospedali pubblici che tanti grattacapi hanno dato sul piano politico.

La versione definitiva del piano («Con il pieno accordo del ministero», fa notare Ruscitti) ha chiarito infatti che buona parte degli ospedali di cui è prevista la riconversione verranno chiusi quando saranno pronte le nuove strutture. È in primis il caso di Grottaglie, che resterà aperto fino alla realizzazione del San Cataldo di Taranto: significa, ad andare male, non meno di altri cinque anni, nel corso dei quali il «San Marco» opererà con una sorta di dipendenza funzionale dal Ss Annunziata (di cui utilizzerà i codici di ricovero). Stesso discorso per Casarano, che resterà operativo fino alla conclusione dei lavori di ampliamento del Fazzi di Lecce. Saranno invece più rapide (nei fatti sono già avviate) le dismissioni con riconversione di Fasano, Mesagne e San Pietro Vernotico, e di Triggiano che diventerà sede del Centro risvegli.

Le altre novità di rilievo riguardano Bari. È confermata (ed è entrata nel piano) la trasformazione in azienda ospedaliera autonoma dell’«ospedaletto» Giovanni XXIII, che dal 1° gennaio 2018 sarà il riferimento regionale per la pediatria: verrà definito un accordo ad hoc con l’Università di Bari. Confermato anche il trasferimento dell’Oncologia del «Di Venere» e di Anatomia patologica e Chirurgia toracica del San Paolo all’Irccs di Bari, per la creazione del Polo oncologico regionale (la scorsa settimana la giunta ha approvato la costituzione della rete oncologica regionale).

Si ferma, invece, la riorganizzazione della rete regionale di emergenza-urgenza. Il presidente Emiliano ha infatti chiesto di dare priorità all’attuazione di una delibera di Vendola, quella che costituiva il dipartimento regionale dell’emergenza, che è propedeutica – tra le altre cose – all’unificazione del servizio 118. Non cambierà nulla per i pronto soccorso né per i Punti di primo intervento che fanno meno di 6mila accessi l’anno. Ma si tratta di un semplice rinvio: i tagli e le disattivazioni partiranno prima dell’estate.