Pensioni e reddito di cittadinanza, parte l’assedio al ministero 

Prima dell’arrivo della manovra in Parlamento è scattato l’assalto alla diligenza. C’era da aspettarselo. Movimento 5 Stelle e Lega si appellano al contratto di governo da rispettare. Anche – come hanno detto i vice premier Salvini e Di Maio – a costo di violare il tetto del 3% del Pil. Proclami di cui stiamo già pagando il conto, con lo spread che si avvicina a quota 300 e che se non si abbasserà causerà un aumento della spesa per interessi sul debito di circa 4 miliardi nel 2019.

 

Il ministro dell’Economia, Giovanni Tria ha cercato di tranquillizzare i mercati affermando che lo sforamento del tetto del 3% del Pil non ci sarà.

 

Al momento pesa il clima di incertezza legato anche alle attese sulla Nota di aggiornamento del Def che il Governo presenterà entro il 27 settembre. ‘Quando i mercati vedranno la Nota si tranquillizzeranno e lo spread potrà ridursi’ ha detto il ministro. In altre parole il deficit 2019 non supererà il tetto del 3%.