Marmo: “Asl Ba, Ares e il dirigente conteso”

Nino Marmo – Consigliere Forza Italia – Regione Puglia

“Se il nuovo modello di gestione della sanità pubblica è questo, se cioè si intende risparmiare sulla salute degli utenti per poi gratificare dirigenti compiacenti, allora siamo messi davvero male”.

Così il consigliere regionale Nino Marmo (Forza Italia) commenta lo strano balletto tra Ares Puglia ed Asl Ba, che ha visto protagonista un dirigente da tempo in rampa di lancio.

“Con deliberazione commissariale dello scorso settembre – ricorda Marmo – veniva autorizzato il trasferimento, in posizione di comando, a tempo pieno, presso l’Azienda Sanitaria Locale di Bari, del direttore della struttura complessa amministrativa dell’A.Re.S.

Un trasferimento di per se in palese dispregio di altre figure professionali, ovvero dei dirigenti amministrativi già in servizio presso la stessa Asl e comunque in possesso di adeguati titoli e requisiti professionali per la copertura di tale incarico per struttura complessa, in assenza di qualsivoglia impedimento di legge”.

“Ma non è tutto – prosegue Marmo. Perchè paradossalmente, dopo pochi giorni dal suddetto trasferimento, la stessa Ares chiedeva all’Asl Ba l’attivazione di una convenzione tra i due enti, finalizzata all’acquisizione da parte dell’ Agenzia delle prestazioni di un dirigente amministrativo contabile, a supporto dell’attività di contabilità e bilancio.

Manco a dirlo, a stretto giro di posta l’Asl BA aderiva alla stipula della convenzione con l’Ares e, con un autentico colpo di teatro, chi incaricava quale alto consulente amministrativo dell’Agenzia? Ovviamente il medesimo dirigente, per il quale veniva fissato un ulteriore equo compenso per le sue insostituibili mansioni suppletive!”

“Al là di ogni inutile commento conclude Marmo – è appena il caso di ricordare che la normativa vigente e le direttive in materia di rotazione degli incarichi dirigenziali impongono oggi alla Pubblica Amministrazione, in ossequio al principio di trasparenza degli atti, una serie di rigorosi paletti per evitare sovrapposizioni di funzioni e cumuli d’incarichi in capo agli stessi dirigenti pubblici; e che tali accorgimenti normativi costituiscono evidenti misure di natura ‘anticorruttiva’ per settori ed attività giustamente considerate ad alto rischio. Vien da chiedersi: ma vale per tutti?”