ITALIA 2014: CRESCITA AL RALLENTATORE

MARIO DRAGHI – PRESIDENTE BANCA CENTRALE EUROPEA 

 Italia 2014: crescita al rallentatore

L’Italia sta lentamente uscendo dalla recessione e si sta avviando verso una debole ripresa. E’ questa la diagnosi contenuta nell’Economic Outlook dell’Ocse che prevede nel 2014 la disoccupazione restare a livelli elevati e il debito pubblico salire ancora, rendendo opportune nuove misure di consolidamento.

Nel suo Economic Outlook, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico rivede al ribasso la stima per il Pil dell’Italia nel 2013 e al rialzo quella per il 2014. Rispetto a sei mesi fa, la previsione per quest’anno passa da -1,8% a -1,9%, e quella per l’anno prossimo da +0,5% a +0,6%. L’Italia resta l’unico Paese del G7 ancora in recessione.

La ripresa del Pil non avrà come conseguenza immediata un calo della disoccupazione. In Italia, il numero delle persone senza lavoro continuerà a crescere anche nel 2014, passando dal 12,1% nel 2013 al 12,4% nel 2014. Il picco dovrebbe arrivare nel secondo trimestre del prossimo anno, seguito da una lenta e progressiva diminuzione. Nel 2015, il tasso di disoccupazione è stimato al 12,1%.
 
Per migliorare la situazione, l’Ocse raccomanda di ridurre ulteriormente le tasse sul lavoro. L’organizzazione internazionale sostiene che mettere in pratica le recenti riforme è essenziale per rafforzare l’ancora debole ripresa. Un’ulteriore riduzione delle tasse sul lavoro dovrebbe essere parte di una coerente riforma fiscale complessiva.

Quanto ai conti pubblici, l’Ocse riconosce il successo del Governo nell’abbassamento del deficit, che è stimato pari al 3%, al 2,8% nel 2014 e al 2% e nel 2015. Il debito però, anche a causa della debolezza dell’economia, appare orientato a salire dal 145,7% del Pil nel 2013 al 146,7% del Pil l’anno successivo, per poi ripiegare al 146,1% del Pil nel 2015, numeri che richiedono un consolidamento fiscale almeno pari a quanto programmato. L’inflazione, infine, continuerà a scendere, toccando l’1% nel 2015, generando una crescita dei redditi e trainando i consumi privati.