INDAGINI ASL, ZULLO (PDL): “LA GRANDE COLPA DI VENDOLA È NEL SUO SOGNO DI LEADERSHIP NAZIONALE”

IGNAZIO ZULLO – CAPOGRUPPO PDL – REGIONE PUGLIA 

 Indagini Asl, Zullo (Pdl): “La grande colpa di Vendola è nel suo sogno di leadership nazionale”  
 Un intervento del capogruppo del Pdl, Ignazio Zullo


Fanno riflettere le dichiarazioni del dott. Di Napoli quando afferma che quella di Brindisi è solo la punta di un iceberg. Tutto questo è avvenuto in coincidenza con un crescente indebitamento del Servizio sanitario regionale che ha costretto i pugliesi a contribuire al ripiano dei debiti della sanità attraverso un surplus di tassazione.


Fra l’altro abbiamo assistito in questi anni ad un crescendo di dichiarazioni di Vendola e degli esponenti del PD che lamentavano con il cappello in mano la sottostima delle risorse assegnate alla Puglia nella ripartizione del Fondo Sanitario Nazionale.
Possibile che nessuno, a partire da Vendola e dai suoi Assessori alla Sanità, ai suoi manager, per finire ai partiti della maggioranza,  si accorgeva di quello che accadeva in quella Asl?
Eppure, da ciò che si apprende non si trattava di casi isolati e sporadici ma di una prassi consolidata a sistema.


Vendola ha il dovere di fare mea culpa per avere colpevolmente abdicato al suo ruolo di governatore rinnegando la fiducia accordatagli dagli elettori e lo stesso mandato elettorale, per inseguire pulsioni narcisistiche e ambizioni personali di carrierismo politico.
Ricordo tutta la tensione nella contesa con Bersani, l’inseguimento fin sopra i tetti di Roma, della leadership di candidato premier per la coalizione di centrosinistra con grave dispendio di energie. Le stesse energie che invece,  avrebbe dovuto dedicare alla Puglia e ai pugliesi.
Chi verificava l’operato dei direttori generali e, a cascata, quello dei dirigenti in quella Asl?
E’ il segno di un’immane questione morale in Puglia fatta di occupazione dei posti di potere finalizzato all’acquisizione del consenso elettorale. Insomma, proprio quella che denunciava il compianto Enrico Berlinguer.