FIORE:PUGLIA ULTIMA PER L’ISTAT? E’ UN FALSO

 

 L’assessore regionale alla Sanità, Fiore, offre un’altra versione sui dati Istat citati nell’approfondimento del Corriere sul gradimento dei cittadini. Meno viaggi della speranza,cresciuti grazie a Fitto e Palese, e meno reclami.

Il punto più critico della mobilità passiva, ovvero i pugliesi che per curarsi meglio hanno intrapreso il viaggio della speranza verso gli ospedali delle altre regioni, è stato raggiunto nel 2006: ben 73mila 652 ricoveri con un esborso pari a 232milioni e 159 mila euro. Trend, in verità, cominciato già da tempo. Nel 2001 erano stati 60mila e 800 i ricoveri fuori della Puglia, diventati 61mila e 729 l’anno successivo. Nel 2003, l’anno dopo il Piano di Riordino ospedaliero varato dalla giunta Fitto, la prima impennata negativa: ben 65mila e 148 ricoveri per diventare 70mila 319 nel 2004. Nel giro di due anni, insomma, sono stati dieci mila i pugliesi che si sono rivolti a strutture ospedaliere fuori regione. Il piano varato dal governo regionale nel 2002, evidentemente, non ha per niente convinto i cittadini che hanno bocciato la riforma prediligendo altre strutture. Nel 2005 i ricoveri sono diventati 72mila e 589 e aumentare ulteriormente nel 2006 a 73mila. Nel 2007, tuttavia, l’inversione di tendenza: i viaggi della speranza sono diminuiti scendendo a 70mila e 244 con un esborso per la Regione di 228 milioni e 462mila euro. Andamento confermato nel 2008 con 67mila e 654 ricoveri per un esborso di 224milioni di euro.

Perché tutti questi numeri? Perché l’approfondimento, basato su dati Istat, del Corriere sulla sanità dell’altro giorno sulle tredici Regioni che domenica e lunedì prossimi sono chiamate alle urne per eleggere direttamente il presidente e rinnovare il Consiglio è emerso che i pugliesi sono i meno  soddisfatti in Italia. Anche i calabresi, per dire, hanno meno motivi per lamentarsi. Con grande sconforto per il presidente della Regione e la giunta uscente e somma gioia dello sfidante di centrodestra che non poteva sperare in un assist del genere.

Scontata la replica dell’assessore regionale alla Sanità, Tommaso Fiore, che precisa: “I dati pubblicati dal Corriere rappresentano una brutale semplificazione di uno studio assai corposo sulla sanità italiana disponibile sul sito istituzionale dell’Istat (www.istati.it/sanità/health e http://noiitalia.istat.it). Per chi abbia la pazienza di andare a leggere le numerosissime tabelle, grafici ed elaborati troverà la conferma di una Puglia attestata quasi costantemente sulle medie nazionali di performance e sempre nelle posizioni migliori rispetto alle grandi regioni meridionali caratterizzate, peraltro, da elementi di deprivazione socio-economica che, introdotte nell’analisi di sintesi riportata dal Corriere ne condizionano pesantemente il risultato e l’interpretazione. Gli elementi sulle performance della Puglia – aggiunge Fiore – sono confermati sia dai recenti dati Censis, alla base dell’audizione a Roma del presidente Vendola, sia dei dati in corso di pubblicazione da parte di “Osserva Salute”. E’ vero, peraltro, che la Puglia nega ai suoi cittadini un certo numero di servixi ma per il sottofinanziamento del Fondo sanitario regionale, un dato oggettivo e inoppugnabile. I pugliesi tra il 2008 e il 2009 hanno però partecipato, attraverso l’Audit Civico, alla prima indagine mai fatta da una Regione sulla qualità dei servixi sanitari, indagine regolarmente comunicata Asl per Asl nelle Conferenze di Servizi di quest’anno che sono state tutto tranne che uno stanco rituale autocelebrativo. I cittadini – ha concluso Fiore – ben capiscono la determinazione con la quale il governo regionale ha affrontato le criticità esistenti nel Sistema esprimendo fiducia verso questo sforzo, attraverso la riduzione dei reclami registrati nell’ultimo quinquennio e soprattutto attraverso la costante riduzione dei viaggi della speranza”.

A parte quindi i numeri sulla mobilità passiva extraregionale l’assessore ha diffuso un altro grafico ma sui reclami dei cittadini tra il 2004 e il 2008 compreso. Nel 2004, ad esempio, sono stati più di 30mila le lettere di protesta indirizzate dai cittadini alle Aziende Usl e alla Regione. Di cui 9mila e 775 si riferivano ai rapporti sociali e umani negli ospedali e nelle strutture sanitarie pubbliche; 6mila e 850 su tempestività e puntualità; 3mila e 537 sugli aspetti organizzativi; 2mila 760 sul rilascio di informazioni. Nel 2005, invece, i reclami sono scesi a 19mila e 862 con in primo piano sempre le relazioni umane: 6mila e 411 reclami e tutti gli altri a seguire. Nel 2006 si è avuto un aumento a 25mila per le relazioni umane (7mila e 388 casi) e tempestività e puntualità (6mila e 674 casi). Nel 2007 un miglioramento con 22mila reclami. Ma mentre le relazioni umane sono migliorate (5mila casi) sono rimaste sempre alte le proteste per la puntualità (6mila e 675 casi). I reclami, infine, nel 2008 sono diminuiti ulteriormente a 19mila e 108. Tranne la richiesta di migliori informazioni, in aumento, tutte le altre sono diminuite.