|
Le internalizzazioni del personale sanitario resteranno congelate, almeno fino a quando non verrà trovata un’intesa con il governo Berlusconi. La Regione Puglia non ha nessuna intenzione di arrivare allo scontro e alla rottura con l’esecutivo romano, d’altronde in ballo ci sono 500 milioni di euro. Senza quei soldi «diventerebbe difficile persino pagare gli stipendi», fa notare un manager pugliese. Ecco perché l’assessore alla sanità, Tommaso Fiore, è pronto a sedersi al tavolo delle trattative. Dalla Capitale, ieri, è stato dettato il cronoprogramma che dovrà, entro il prossimo 15 ottobre, portare alla stesura definitiva del piano di rientro dal deficit da 450 milioni. |
I tagli dei posti letto (circa 2.200) e le chiusure dei reparti hanno provocato dure reazioni nei Comuni interessati. Da qui la necessità di tornare a spiegare il motivo di alcune operazioni. La concertazione coinvolgerà anche i partiti della coalizione di maggioranza: come annunciato dallo stesso Fiore ad agosto, riparte il confronto gli alleati. Era stato il Partito democratico ad invocare un dibattito sui tagli da apportare sul territorio ed è stato accontentato. Infine, dopo la chiusura della Fiera del Levante, l’assessore alla Sanità porterà il documento conclusivo in Consiglio regionale. Parallelamente andranno avanti le trattative con Roma, senza forzare la mano. «Non abbiamo nessuna intenzione di arrivare allo scontro con il governo – spiega Fiore – vogliamo sederci ad un tavolo e discutere». Questo significa anche che, per il momento, il processo di internalizzazione del personale sanitario «resta congelato» (2.200 addetti), annuncia l’assessore. Non verranno addottati provvedimenti, non ci saranno delibere che daranno il via libera alle assunzioni nelle Asl. Persino le internalizzazioni dei 600 lavoratori delle Asl di Lecce e Brindisi sono a rischio, nonostante fossero state già deliberate. Com’è noto, il consiglio dei ministri, lo scorso luglio, ha riaperto i termini – entro il 15 ottobre – per modificare il piano di rientro sanitario della Regione Puglia (una manovra da 450 milioni di euro). Ma tra le prescrizioni imposte dal governo Berlusconi, c’è anche la sospensione dei procedimenti di stabilizzazione e internalizzazione dei precari.
FONTE: CORRIERE DEL MEZZOGIORNO (VINCENZO DAMIANO)