Famiglie e imprese, a maggio risale la fiducia

 

In crescita le famiglie, in progresso anche le imprese. Maggio è un mese positivo per gli indici di fiducia registrati dall’Istat, rilevazioni effettuate prima del voto, il cui esito non ha potuto in un senso o nell’altro influenzare le risposte.

L’indice del clima di fiducia dei consumatori torna ad aumentare dopo tre mesi consecutivi di flessione, passando da 110,6 a 111,8. In progresso anche le imprese, con l’indice composito che aumenta da 98,8 a 100,2 riportandosi a ridosso dei livelli dello scorso novembre.

Dal lato dei consumatori il miglioramento è corale e coinvolge tutte le componenti: il clima economico e quello corrente registrano gli incrementi più marcati mentre un aumento più contenuto si registra per il clima personale e, soprattutto, per quello futuro.

Più in dettaglio, il clima economico sale da 122,8 a 125,9, il clima corrente aumenta da 106,9 a 109,6 il clima personale cresce da 105,9 a 107,4, e il clima futuro passa da 115,6 a 115,8.

 

 

 

Anche dal lato delle imprese non ci sono eccezioni, con miglioramenti diffusi a tutti i settori coperti dalle indagini: nel manifatturiero l’indice passa da 100,8 a 102,0 (livello più alto da gennaio), nelle costruzioni aumenta da 141,2 a 144,3, nei servizi va da 99,1 a 99,3 e nel commercio al dettaglio sale da 101,3 a 102,6.
Nella manifattura – spiega l’Istat – si rileva un miglioramento sia dei giudizi sugli ordini sia delle attese sulla produzione unitamente a una diminuzione del saldo relativo alle scorte di magazzino.
Nelle costruzioni la dinamica positiva dell’indice riflette il miglioramento sia dei giudizi sul livello degli ordini sia delle aspettative sull’occupazione presso l’azienda.
Nei servizi e nel commercio al dettaglio la dinamica positiva dell’indice riflette andamenti eterogenei delle rispettive componenti: il miglioramento dell’indice è trainato dalle attese sugli ordini nei servizi e dai giudizi sulle vendite nel commercio. Tutte le altre componenti risultano in calo.
Per le imprese la risalita è quanto mai opportuna, dopo una lunga e quasi ininterrotta discesa che aveva portato i livelli della manifattura sui livelli più bassi degli ultimi quattro anni. Lo stop agli investimenti, legati a doppio filo al livello di ottimismo delle imprese, pare infatti al momento il freno principale alla crescita del Paese e un’inversione di rotta degli umori degli imprenditori potrebbe far ripartire almeno in parte i progetti bloccati.