Disco verde definitivo in Aula al Senato per il ddl Appalti


(Repubblica economia) – Via libera definitivo dell’aula del Senato, in terza lettura, al ddl delega di riforma del codice degli appalti. I voti a favore sono stati 170, 30 i no e 40 gli astenuti. Oltre alla maggioranza, hanno preannunciato il voto a favore Fi e Ala (con il dissenso di Ciro Falanga), mentre si sono astenuti Lega, Cor e Sel. Voto contrario invece da M5S che ha criticato in particolare le modifiche introdotte alla Camera (in prima lettura al Senato, il Movimento si era astenuto).

Tra le principali novità del provvedimento il rafforzamento del ruolo di vigilanza e di indirizzo dell’Anac in funzione anti-corruzione. Il governo dovrà ora attuare, con decreto legislativo, le direttive europee interessate e le numerose deleghe contenute nell’articolo unico del provvedimento.

Per come uscita dalla Camera, dunque, il testo delega il Governo ad attuare la nuova disciplina europea in materia di appalti pubblici e concessioni, attraverso il recepimento delle direttive comunitarie, e a procedere a un complessivo riordino della normativa vigente sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture. Le modifiche di Montecitorio hanno riguardato, in primo luogo, le modalità e i termini per l’esercizio della delega, nonché in gran parte la definizione dei principi e dei criteri direttivi specifici.

Il ddl, oltre a delegare il governo ad attuare tre direttive Ue, prevede la redazione di un nuovo codice degli appalti pubblici e delle concessioni e la conseguente abrogazione delle attuali disposizioni. Il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, si è impegnato a varare tutte le norme delega entro la scadenza del 18 aprile (fissata nel ddl solo per l’attuazione delle direttive Ue). Il testo presentato inizialmente dal governo, è stato profondamente rielaborato in prima lettura al Senato ed ha subito numerose modifiche anche nel passaggio alla Camera. Alcune di queste hanno suscitato perplessità in terza lettura a Palazzo Madama, anche da parte del relatore, Stefano Esposito (pd), come quelle relative alle stazioni appaltanti e il ricorso all’appalto integrato ma ha prevalso l’orientamento ad approvare definitivamente la riforma senza ulteriori navette con la Camera. I criteri della delega puntano alla razionalizzazione e semplificazione del quadro normativo e dei procedimenti e al rafforzamento della trasparenza e pubblicità delle procedure di gara insieme alla verificabilità dei flussi finanziari. Nel suo nuovo ruolo, Anac elaborerà contratti-tipo e bandi-tipo anche dotati di efficacia vincolante. Altra novità è il previsto superamento della legge obiettivo e l’introduzione di clausole sociali.

Viene inoltre prevista la razionalizzazione ed estensione delle forme di partenariato pubblico privato; il miglioramento delle condizioni di accesso per le pmi e le imprese di nuova costituzione; la sostituzione del criterio del massimo ribasso con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa e la previsione di forme di dibattito pubblico nei territori interessati da opere infrastrutturali che hanno impatto sull’ambiente. Il provvedimento punta ancora alla valorizzazione della fase progettuale con il contestuale contenimento delle varianti in corso d’opera. Viene inoltre previsto l’affidamento delle concessioni mediante procedura ad evidenza pubblica, con una disciplina transitoria per le concessioni autostradali; la previsione di una disciplina ad hoc per i contratti di importo inferiore alle soglie di rilevanza comunitaria. Infine, per le concessioni di lavori e servizi pubblici l’obbligo di affidamento con gara riguarda l’80 per cento, per il 20 per cento vi è la possibilità dell’affidamento in house.

Serviranno due decreti per attuare le direttive sull’aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure d’appalto degli enti erogatori nei settori dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali; e per il riordino complessivo della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture (il termine per l’adozione del primo è il 18 aprile, il secondo il 31 luglio 2016).

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