Conca “Il servizio 118: una maionese impazzita, anzi, da TSO con questo ghiaccio e neve!”

Mario Conca – Consigliere Movimento 5 Stelle – Regione Puglia

Il Consigliere regionale del M5S, Mario Conca ha diffuso la seguente dichiarazione”
“Il M5S ha lanciato, sin dall’insediamento dei suoi consiglieri, un allarme sulle condizioni disastrose in cui versa il sistema di emergenza sanitaria nella regione Puglia, ha denunciato con forza le inefficienze degli investimenti (si ricordi solo la questione della telecardiologia), ha sottolineato la scarsa qualità del servizio derivante dall’improprio utilizzo delle risorse del volontariato e dalle opacità che queste stesse risorse hanno evidenziato nel loro operato. Il M5S ha contestato la scelta di questa giunta regionale che ha dilapidato 7,5 milioni di euro nel pronto soccorso del Mater Dei, impietosamente inutilizzato anche in questi giorni di emergenza influenzale, così come ha stigmatizzato l’allocazione delle unità di emodinamica nel barese, banche del sangue e l’esternalizzazione al privato di gran parte delle procedure di riperfusione coronarica (Emodinamica).

Il M5S non ha tuttavia esaurito la sua funzione di forza di opposizione nella denuncia ma ha elaborato una proposta di legge articolata sulla riforma dell’emergenza sanitaria, individuando le criticità dell’organizzazione attuale e presentando un modello efficiente e condiviso con gli operatori sanitari, da cui oltre ad un drastico miglioramento delle performances del sistema di emergenza sanitario emerge anche un risparmio di diverse decine di milioni di euro. Il M5S ha proposto un emendamento alla legge di bilancio 2017 che attivasse anche nella nostra regione il numero unico dell’emergenza ‘112’, in ossequio alla normativa europea. Proposta di Legge ignorata da questa giunta regionale ed emendamento bocciato nonostante l’obbligatorietà e una nostra mozione approvata all’unanimità mesi addietro.

I problemi tuttavia non si risolvono ignorandoli e in questi giorni di neve si esasperano. Infatti, numerose sono state le chiamate alla centrale operativa 118 della Asl BA che non hanno ricevuto risposta perché gli operatori, a detta del responsabile da me contattato, si sono dovuti dilungare a telefono non potendo inviare le ambulanze in quelle città e zone bloccate dalla neve e dal ghiaccio. Se ci fosse stato un call center come quello previsto per il numero unico delle emergenze (NUE112), molta inappropriatezza sarebbe stata filtrata, e i codici rossi avrebbero trovato le linee libere e soprattutto ambulanze.

Invece, sempre in questi giorni, si leggono dichiarazioni virgolettate attribuite al Direttore della Centrale Operativa 118 di Lecce, Maurizio Scardia, che, di fatto, annunciano il collasso del sistema di emergenza sanitaria e l’incapacità della Centrale Operativa di svolgere i propri compiti istituzionali. Il Direttore di Lecce afferma che la Centrale da lui diretta riceve 800 chiamate al giorno e “ovviamente l’operatore, non potendo fare una valutazione della criticità di un caso, deve mandare subito il mezzo”. Il direttore non usa ‘negligentemente’ o ‘malauguratamente’, dice -e pensa- ‘ovviamente’. Davvero il naufragio del 118.

A chiamata corrisponde invio del mezzo di soccorso? E di quanti mezzi si dovrebbe disporre in provincia di Lecce per garantire il soccorso al cittadino bisognoso di interventi salvavita. Dieci volte quelli ora disponibili, pertanto è lecito chiedersi quanti cittadini rimangano senza soccorso a Lecce e nel resto della Regione Puglia. La Centrale Operativa (che assorbe il 50% dei costi di un sistema 118) non è un call center ma il cuore del sistema di emergenza extraospedaliero, alle telefonate dei cittadini risponde personale infermieristico altamente qualificato e preparato al triage telefonico, coordinato da almeno un medico, pertanto dovrebbe forse “poter definire, con la massima precisione possibile il grado di criticità e complessità dell’evento accaduto, e, conseguentemente, attivare l’intervento più idoneo utilizzando tutte le risorse a disposizione.

In particolare, i compiti della Centrale operativa prevedono di:

1. fornire i consigli più appropriati, eventualmente indirizzando il paziente al proprio medico di medicina generale o al pediatra di libera scelta (nelle ore diurne, per patologie che non rivestono caratteristiche di emergenza ne’ di urgenza) o ai servizi di guardia medica territoriale, non inserita nel sistema di emergenza-urgenza, oppure ai punti di primo soccorso territoriale, indicandone l’ubicazione;
2. coinvolgere la guardia medica territoriale, non inserita nel sistema di emergenza urgenza;
3. inviare mezzi di soccorso con o senza medico a bordo, organizzando l’eventuale trasporto in struttura idonea precedentemente allertata.

Questo recita la norma nazionale (Atto di intesa tra Stato e regioni di approvazione delle linee guida sul sistema di emergenza sanitaria in applicazione del decreto del Presidente della Repubblica 27 marzo 1992. (GU Serie Generale n.114 del 17-5-1996).
Ancora, se, secondo quanto attribuito al Direttore del 118 di Lecce, “ovviamente l’operatore, non potendo fare una valutazione della criticità di un caso, deve mandare subito il mezzo”, la funzione di filtro rispetto all’accesso in Pronto Soccorso da chi dovrebbe essere svolta, dal personale dell’ambulanza con a disposizione solo pochi minuti, un’anamnesi sommaria quando non reticente, scarsa diagnostica e impossibilità di osservazione? Dunque la stragrande maggioranza dei fortunati pazienti che trovano libera la linea telefonica del 118 (non i più gravi) finiscono in Pronto Soccorso, altri rimangono in attesa per 7 o 8 ore, ma questa non è più emergenza/urgenza, questa si chiama assistenza domiciliare.

Ecco dunque giungere al pettine tutti i nodi già evidenziati nella premessa della nostra proposta di legge e che dall’approvazione di quella legge sarebbero stati sciolti: riduzione del numero delle centrali operative, numero unico dell’emergenza 112 per il coordinamento con le altre figure professionali coinvolte, coinvolgimento della continuità assistenziale nelle attività delle centrali operative con attribuzione diretta dei codici non urgenti, ricollocamento nei P.S. del personale sanitario inutilmente dissipato nei punti di primo intervento, ruolo unico del medico dell’emergenza, attivazione degli ospedali di comunità.
Chiedo pertanto che il Presidente Emiliano risponda ai cittadini pugliesi di questa ennesima prova di inefficienza del sistema sanitario da lui ‘governato’, subito dopo aver finito di sbeffeggiare le opposizioni chiedendogli di stare al suo fianco, a favor di telecamere e macchine fotografiche, a gestire l’emergenza neve”.