Con i tagli sui dispositivi medici meno sicurezza per i pazienti

Con i tagli sui dispositivi medici meno sicurezza per i pazienti

Dai cerotti alle tac, fino agli impianti «salvavita» come valvole cardiache e defibrillatori. Sono svariati i dispositivi medici, sempre più innovativi, per la prevenzione, la diagnosi e la cura di malattie. Se ne contano oltre 500 mila nella banca dati del ministero della Salute, come segnala il recente Rapporto sulla spesa rilevata dalle strutture sanitarie pubbliche per l?acquisto dei dispositivi.

Se da un lato aumenta il loro consumo, dall’altro crescono le segnalazioni dei cittadini al Tribunale dei diritti del malato-Cittadinanzattiva sui lunghi tempi di attesa per esami e interventi chirurgici, addirittura sui rinvii di attività già programmate, proprio a causa della mancanza di protesi, bypass, fili per suture e altri dispositivi. Per usufruirne, poi, capita anche che i malati debbano integrare di tasca propria ( vedi infografica ). Difficoltà, queste, confermate dagli operatori della sanità nell’Indagine civica sull’impatto della spending review sui cittadini», svolta nel 2014 dal Tribunale stesso con Assobiomedica.

Per la maggioranza del campione intervistato (circa 1500 operatori) i tagli alla spesa per diagnostica e prestazioni interventistiche hanno determinato una riduzione della qualità dei servizi e l?aumento dei tempi di attesa.«Non è più possibile sacrificare qualità e sicurezza, altrimenti si mette a rischio la salute dei cittadini» avverte il coordinatore nazionale del Tribunale, Tonino Aceti.

Che ricorda: «La nuova legge di Stabilità impone alle Regioni un recupero di 4 miliardi con modalità da definire entro fine gennaio, altrimenti potrà intervenire il governo. Chiediamo che non siano imposti nuovi tagli al Fondo sanitario nazionale, ma che si mettano in campo azioni che, a servizi sanitari invariati, permettano di recuperare risorse, con la riduzione di sprechi, corruzione, inefficienze»

Fonte:Corriere

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