Asl Le, caso Galatina, Gorgoni chiarisce

Sale operatorie e telefonini:precisazioni sull’articolo pubblicato dal Corriere

Avviato il confronto con gli operatori che escludono l’uso del cellulare in sala operatoria come fonte di luce

Si fa seguito all’allarme lanciato in data odierna da un articolo del Corriere dal titolo “La lampada è rotta da quattro anni, si opera con la torcia dei telefonini” per precisare che dagli ultimi rapporti di ingegneria clinica – maggio 2015 – l’illuminazione del campo operatorio nelle tre sale dell’ospedale di Galatina risulta abbondantemente nella norma. Due delle tre sale sono dotate di scialitica fissa a soffitto e una terza sala di scialitica mobile in sostituzione di quella fissa guasta da tempo. L’illuminazione prevista dalla normativa per il campo operatorio è ricompresa tra i 10mila e i 100mila lux, valori rispettati dai controlli recenti anche dalla scialitica mobile che, fra l’altro, è certificata dal costruttore per 105mila lux; e in ogni caso è già in aggiudicazione una nuova lampada fissa.
Un sopralluogo condotto in giornata dalla stessa Direzione aziendale ha permesso di appurare che gli interventi chirurgici si svolgono alla luce delle sole scialitiche.

“La sicurezza delle sale operatorie è un argomento particolarmente a cuore della direzione – dice Giovanni Gorgoni, direttore generale della Asl Lecce – e ai primi di agosto ho disposto una verifica straordinaria di tutte le sale operatorie dell’Azienda (oltre 40), alle cui prime risultanze abbiamo già dato seguito con gli interventi risolutivi qualunque fosse l’importo economico. La stessa sostituzione della lampada fissa in questione è stata recentemente da noi autorizzata nello stesso momento in cui ci è stata segnalata la criticità”.

“Quello che invece mi preoccupa e su cui ho chiesto una inchiesta rapida è la presenza di telefonini in sala operatoria ma soprattutto la riportata consuetudine di condurre interventi chirurgici con la luce dei cellulari, tanto più che l’ospedale dispone di altre due sale sottoutilizzate. Legge e deontologia professionale esigono che l’intervento chirurgico neanche inizi se qualunque operatore ravvisi o sospetti che il paziente non sia in sicurezza, anche contro i rapporti ufficiali. Andremo a fondo ma vorrei sperare che si sia trattato di una irresponsabile provocazione”.

“Nelle ultime ore è stato avviato un confronto diretto con il personale di sala operatoria -aggiunge Giovanni Gorgoni-. Gli interessati hanno escluso la prassi bizzarra e pericolosa del telefonino utilizzato in sala come fonte di luce”.

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