DAMONE: “PERCHÉ MANCA LA CARDIOCHIRURGIA NELLA PROVINCIA DI FOGGIA?”

Il Consigliere regionale, Francesco Damone ha diffuso la seguente dichiarazione:
“Più che auspicabile, è davvero inaccettabile che nell’area della provincia di Foggia, la seconda più estesa d’Italia con quasi 7.000 km/q, su cui gravano 61 comuni e circa 650 mila abitanti, – da sempre – non si possa disporre di fatto e stabilmente di un reparto di Cardiochirurgia. La Provincia di Foggia è notoriamente priva di posti letto e di attività cardiochirurgia (a parte brevissimi tentativi presso l’Ospedale di San Pio a San Giovanni Rotondo).

Si tratta di patologie gravi che costringono i nostri concittadini ad una mobilità (a volte in regime di emergenza-urgenza) sia extra-provinciale, verso le Cardiochirurgie di Bari, sia molto spesso extra-regionale con conseguente grave danno al già critico budget regionale. Non solo: la Cardiochirurgia permette anche un salto di qualità di tanta parte della Emodinamica che necessita dello “stand-by” cardochirurgico per poter essere applicata (inserimento o riparazione di valvole per via percutanea, angioplastiche coronariche complesse, procedure “ibride”).

Ma la mia domanda, provocatoriamente, vuole andare oltre: nel 2014 è davvero pensabile, in regime di “spending review”, in clima di assoluta carenza di risorse e di tagli alle Regioni, è ancora pensabile – ripeto – di progettare delle Cardiochirurgie in totale assenza di pianificazione organica, in assenza di qualsiasi concertazione tra le aziende territoriali, come se ciascun Ente ospedaliero fosse una monade in un contesto incomunicabile?

Pochi sanno che qualche anno fa era partito il progetto di una struttura dipartimentale cardiologica provinciale (DIASI) che cercasse di razionalizzare le risorse esistenti sul territorio; purtroppo il DIASI è stato lasciato spegnersi miseramente nel disinteresse generale delle diverse dirigenze di ASL e di Ospedali ed IRCCS.

Ma almeno nell’ambito di un investimento territoriale di tale portata, quale potrebbe essere l’attivazione di una Cardiochirurgia, è possibile che ci lasciamo dividere in beghe locali, senza renderci conto che facciamo il male per la nostra popolazione ed il gioco delle cliniche private di Bari?
Faccio appello – accorato – al neo assessore Pentassuglia che conosco e stimo di persona e che da tempo sa della mia passione personale per i problemi della sanità nel nostro territorio, per cui ho speso tanta parte della mia attività politica. Sento dire di prossime attivazioni di Cardiochirurgia a San Giovanni (6 posti letto dai 25 iniziali) e di una prevista attivazione della Cardiochirurgia all’Università di Foggia (10 posti letto) nei prossimi ani.

Ma non ci rendiamo conto che una simile dispersione non solo è inutilmente gravosa, ma addirittura controproducente? I costi raddoppiano (quanto meno). Gli studi di settore indicano che il bacino di utenza ideale per una cardiochirurgia ètra i 600mila ed il milione di abitanti: non c’è spazio per due Cardiochirurgie in Capitanata, a meno che non vogliamo fare la guerra tra i poveri in un periodo in cui non ci sono risorse. Continuare su questa strada vuol dire non volere nessuna Cardiochirurgia per la nostra popolazione, vuol dire battersi per appalti e posti di potere e non per garantire un reale servizio all’utenza!
È arrivato il tempo, ed è questo, in cui è necessario un coordinamento politico locale che sappia far incontrare gli Enti e decidere una buona volta per una soluzione condivisa che apporti benefici di cascata anche a tutti gli operatori del settore. Immaginiamo DRG di percorso, corsi di formazione, centri di cardiologia interventistica specializzata, centri di riabilitazione attrezzati. Sogno la fine della dispersione di risorse e della dannosissima conflittualità tra Enti ospedalieri e territorio.

Non ci servono inutili doppioni: non ci serve la piazza di due Cardiochirurgie a neanche 40 Km di distanza. Ci servono centri di eccellenza con competenze specifiche e precipue, cui far afferire i nostri malati secondo una rete organizzata step-by-step, come si sta realizzando per l’infarto miocardico (a proposito: lo sapete che anche a San Severo siamo in grado di effettuare le angioplastiche primarie?).

Non ci servono ulteriori “colonizzazioni” da parte di cardiochirurghi baresi che toccano per uno o due giorni e poi fuggono, magari con conflitti di interesse (più o meno larvati) con le cliniche private in cui lavorano e/o con industrie produttrici di materiali bio-protesici, per cui fanno i consulenti.

La Capitanata ha bisogno, e da tempo ne ha maturato il diritto, di avere una struttura di Cardiochirurgia stanziale, al’altezza dei tempi, con persone che amano questa meravigliosa terra ed il suo popolo. Ci basta una Cardiochirurgia, ma la vogliamo efficiente, moderna, all’altezza di competere con tutte le altre strutture del centro-sud.

A Lei, assessore Pentassuglia il compito di rappresentare in Giunta Regionale con la forza della popolazione di tutta la Capitanata, tali esigenze di salute, risparmio ed appropriatezza. Assicuriamo, naturalmente, tutto il nostro appoggio sul territorio ed in regione”.

Francesco damoneperchè manca la cardiochirurgia a Foggia