La fuga dei camici bianchi in Puglia

Quattromila medici in pensione.

Nel giro di 5 anni, si prevede il pensionamento massiccio delle generazione “baby boomers”. La Regione correi ai ripari. Si sblocca il turn over. Presto duemila assunzioni

(Corriere del Mezzogiorno Francesco Strippoli) Anche la Puglia, come le altre Regioni, soffre della drammatica carenza di medici. Frutto indesiderato del numero chiuso nell’accesso universitario. In Puglia, nei prossimi cinque anni, andranno in pensione quattromila camici bianchi che operano nel servizio pubblico (tra ospedalieri e convenzionati).

 

Come nel resto d’Italia, anche la Regione Puglia sta affrontando la questione e ha avviato una stima del fabbisogno. Considerate alcune variabili importanti – come per esempio la chiusura di diversi ospedali e la nascita di nuove strutture con relativa concentrazione di dipartimenti – la Puglia avrà bisogno di non meno di tremila dottori. Tutti da trovare.

 

Certo, 5 anni non sono pochi da passare. Tuttavia fa molto bene la Regione, a cominciare dal direttore del dipartimento sanità Giancarlo Ruscitti, a porsi la questione. Anche perché alla carenza di medici per la penuria di professionisti sul mercato del lavoro,in Puglia si somma un’antica debolezza delle dotazioni organiche. Cui si va ponendo rimedio.

Lo sblocco del turn over

Le nostre Asl, per le condizioni finanziarie del comparto sanitario, hanno subito il blocco del turn over (la sostituzione dei pensionati) dal 2004 fino al 2017. Una decisione che ha significato la continua compressione delle dotazioni organiche.

 

Ora la situazione si è risolta (grazie al miglioramento della situazione finanziaria ottenuta anche con la chiusura di ospedali in eccesso). L’ultima trattativa della Regione con i ministeri vigilanti di Economia e Salute (il 25 settembre scorso) ha sancito per la Puglia la possibilità di assumere duemila dottori, in riferimento alla situazione della rete ospedaliera e alle dotazioni organiche in vigore nel 2015.

 

Sono duemila medici che si immetteranno nel sistema (in parte il processo è cominciato) con progressivi concorsi che le Asl espleteranno o stanno espletando. Anche considerando i duemila posti che saranno presto colmati, la situazione non sarà risolta. Il pensionamento dei cosiddetti “baby boomers” (nati tra il 1945 e il 1964) sarà massiccio. E prevede le 4.000 uscite in un quinquennio di cui si è detto, a legge Fornero vigente. Se poi, come si prospetta, le norme renderanno più facile l’uscita dal lavoro, le carenze aumenteranno. Si vedrà.

 

Mancano i cardiologi a Gallipoli

Intanto, a proposito di penuria di dottori, si segnala un caso spinoso negli ospedali di Gallipoli e Casarano. Tra un plesso e l’altro sono in servizio 17 cardiologi (ma uno è prossimo al pensionamento ed è assente per malattia). Sedici specialisti che devono far fronte ai servizi ambulatoriali e ai reparti, con relative guardie notturne.

 

La conseguenza: il direttore delle due Cardiologie (ad interim) è costretto a imporre turni di reperibilità pomeridiani, circostanza che la legge prevede solo per casi rari e gravi. Nei due ospedali salentini è routine, dovuta alla carenza di cardiologi. «Dobbiamo provvedere con un concorso – spiega il direttore generale dell’Asl Ottavio Narracci – ma il caso si spiega con il fatto che sono state lasciate in piedi due cardiologie.

 

Mentre nei casi di Galatina e Copertino, la giunta regionale ha scelto di disattivare il reparto di Galatina, consentendo l’accorpamento del personale su Copertino». Narracci promette concorsi eppure i cardiologi sono in eccesso in Puglia, sebbene concentrati soprattutto nella provincia di Bari. Basterebbe qualche trasferimento per riequilibrare la situazione. «Questo non si può fare – spiega Narracci – se non dopo una eventuale dichiarazione di esubero e conseguente mobilità verso Lecce».

I concorsi per gli Oss

A parte i concorsi per i duemila medici, c’è da segnalare anche il prossimo cospicuo reclutamento di tremila Oss (operatori socio-sanitari). Sta provvedendo l’azienda degli Ospedali riuniti di Foggia per l’intera Puglia. È possibile che le assunzioni siano superiori alle tremila unità: il fabbisogno è alto. Si provvederà, nel caso, facendo scorrere la graduatoria degli idonei.

 

Resta il caso, preoccupante, dei 350 infermieri delle Asl Bari e Bat che il 31 ottobre vedranno la scadenza il loro contratto, senza possibilità di proroghe. Fatto che li costringerebbe a restare senza lavoro. «Circa la metà dei 350 – dice Ruscitti – si è collocata tra gli idonei del concorso bandito dall’Asl Bari. Potranno essere chiamati in servizio molto rapidamente per l’assunzione. Gli altri dovranno aspettare i nuovi concorsi».