DECARO: “IL PIANO SANITARIO? UN VERO E PROPRIO GRATTA E VINCI”
ANTONIO DECARO, CAPOGRUPPO REGIONALE PD |
Un intervento del capogruppo del Pd, Antonio Decaro. |
Qualora fossero realmente le internalizzazioni il problema da risolvere, mi pare sia venuto meno l’oggetto del contendere, in quanto la Puglia ha già risposto positivamente a questa ennesima richiesta, bloccando un processo che ci avrebbe consentito, oltretutto, di risparmiare molto denaro. Riteniamo non sia corretto, però, chiederci adesso di tornare indietro nel tempo e mandare a monte anche le internalizzazioni partite prima che il governo ne inventasse una nuova per non firmare il piano di rientro della Puglia. Non dimentichiamo che le internalizzazioni sarebbero stata anche una grande occasione per migliaia di persone, in un momento in cui tutti perdono il lavoro, di avere un contratto migliore e più dignitoso.
Mi chiedo: ma il centrodestra pugliese che ha votato la legge regionale sulle internalizzazione, oggi cosa fa? Difende a priori il governo?
Stiamo parlando da mesi di una questione politica mascherata da cavilli tecnici senza tenere conto della salvaguardia della salute di migliaia di persone a cui non interessano di certo gli attriti tra Fitto e Vendola. E fino a quando non sarà chiaro a tutti questo concetto fondamentale, potremo fare appelli, ricorsi, proclami, ma non andremo da nessuna parte.
Fitto non puo’ vivere bene con la logica del ‘lontano dagli occhi lontano dal cuore’. E quindi se il suo governo fa danni alla Puglia, lui non puo’ dormire sonni tranquilli. Ma noi che abbiamo la fortuna di vivere ancora in questa regione, abbiamo anche il dovere e l’onore di tutelare i cittadini pugliesi. Per questo, se la vicenda del Piano di rientro non troverà presto uno sbocco intelligente, e quindi con la firma da parte del governo, non so se la soluzione migliore sarà quella di ricorrere alla Consulta come ha suggerito l’assessore Fiore. Di certo non resteremo con le mani in mano.
Noi non abbiamo i 10 milioni di fucili di cui parla sempre Bossi quando vuole minacciare il governo, ma un modo democratico per riprenderci i 500 milioni di euro che ci spettano lo troveremo di sicuro.
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